Il PNRR deve essere l’occasione di una grande trasformazione ad opera della cittadinanza per i beni comuni, i diritti, l’ambiente e il lavoro

Nel luglio scorso avevamo chiesto e ottenuto una riunione congiunta delle commissioni urbanistica e bilancio per capire se e come il Comune di Pisa si stesse attivando per attrarre parte dei finanziamenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Chiedevamo se esistessero “cabine di regia” e come lavorassero, quali fossero i tempi e le procedure previsti, se si intendesse aprire un dibattito in modo che la cittadinanza potesse partecipare con le sue idee. Infine, chiedevamo che venisse resa pubblica tutta la documentazione eventualmente esistente.

In risposta dal sindaco e dagli assessori Latrofa e Dringoli avevamo ricevuto quasi solo silenzi e, nel poco che avevano detto, c’era tanta confusione e quasi nessuna informazione. Un metodo già visto per escludere cittadinanza e consiglio comunale dalle decisioni.

E’ passata l’estate, e ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque che con il PNRR saranno disponibili risorse non solo per affrontare gli impatti dell’emergenza Covid 19, ma anche per intervenire su un sistema che evidenziava già prima della pandemia molteplici forme di criticità sia rispetto al tessuto produttivo, sia rispetto al lavoro e anche con riferimento alla tenuta del territorio e alle condizioni ambientali. Dovrebbe essere anche chiaro che queste risorse andranno utilizzate in poco tempo.

A fronte di tutto ciò la giunta Conti ci aveva sventolato davanti il fatidico “Patto del Caciucco”, un accordo ad oggi neppure sottoscritto dai sindaci di Firenze, Pisa, Livorno e Lucca, non discusso con nessuno e neppure condiviso con la Regione e le Province. Un documento con cui per di più si rilanciano alcune grandi opere come la nuova pista di Peretola, l’autostrada tirrenica, la Tangenziale Nord-Est, figlie di un modello di sviluppo economico fallimentare e devastante da un punto di vista ambientale e della tutela del territorio.

Insomma, questa giunta non aveva progetti organici di futuro per la nostra città e ciò non ci ha sorpreso, dato che non li ha mai avuti; quelli che sostiene rientrano nella logica neoliberista che da 30 anni sta distruggendo il nostro pianeta e aumentando le diseguaglianze. Siamo ad una svolta cruciale, e Pisa rischia di perdere un’occasione, l’ennesima. Siamo tanto più preoccupati quando sentiamo parlare di infrastrutture in modo non chiaro, sui giornali, solo da parte di alcuni soggetti, senza affrontare un dibattito pubblico di grande respiro con le cittadine e i cittadini. Ribadiamo che questo è il momento di una svolta strategica.

Per questo noi lavoriamo e lavoreremo perché la cittadinanza possa invece essere protagonista di un processo di trasformazione costruendo una discussione pubblica a partecipata per l’individuazione di priorità e progetti per la nostra città a partire dalla tutela e valorizzazione dei beni comuni, dei diritti, dell’ambiente e del lavoro.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento