La Toscana pensa a un futuro con meno impianti di smaltimento

LA REPUBBLICA FIRENZE, pagina II (di Ilaria Ciuti)
Allo studio un piano “ligth”. Cispel frena: sono ancora necessari
MENO impianti per smaltire i rifiuti nel nuovo piano regionale che saràvarato a luglio. Meno inceneritori, tra vecchi e nuovi, di quanti erano previstinelvecchio. La Regione è al lavoro per modificareilpiano. Cheunariduzione fosse necessaria lo aveva già anticipato giorni fa il presidente dellaToscanaEnrico Rossi. Quando era andato a Capannori, il comune sede del centro Rifiuti Zero e arrivato all’80% di differenziata e al 38% di riduzione dei rifiuti a monte, per iniziare il tour che la Regione intende fare tra i Comuni più virtuosi quanto a rifiuti. Adesso il tour continuerà: per capire cosa si fa e come intervenire nello scrivere il nuovo piano rifiuti. Rossi tornerà alla fine a Capannori per tirare le conclusioni. E’ una specie di work in progress per decidere al meglio. Con un’idea fondante, però: quella che gli impiantinecessari siano meno di quanti erano previsti nel vecchio piano. Un proposito che non deriva da nessuna considerazione ideologica ma dal dato di fatto che i rifiuti diminuiscono e che di conseguenza devono diminuire anche inceneritori e discariche.
La Regione sta lavorando sui dati. La prima conclusione è che si produce meno spazzatura. E’ uno dei pochi vantaggi della crisi: si guadagna meno e si consuma meno. E forse anche della coscienza ambientalista: si differenzia di più e dunque si sta più attenti anon accumulare scarti di troppo. La Regione spiega il proposito di diminuire a luglio gli impianti previsti dal suo piano ri fiuti con il fatto che nel2009 ogni abitante produceva 663 chili di rifiuti solidi urbani (rsu), che nel 2011 si è già à scesi a 630 e che il trend continua. Calcola che in tutto si accumulino 11 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno di cui glirsusono il 22% e il 78% sono rifiuti speciali. Quanto agli rsu, la Toscana è al 42% di raccolta differenziata con punte anche del 98%, come a Lamporecchio, o dell’80% a Capannori, ma con anche Comuni meno bravi. Comunque la differenziata cresce, con 21 Comuni oltre il 65% e 74 tra il 45% e il 65%. La Regione, tra riduzione a monte e riduzione a valle, conclude che «i minori conferimentiincidono sulminore fabbisogno di impianti e di discariche».
Una dichiarazione che convince il movimento Rifiuti Zero. Ma che invece allarma il presidente del Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo. Bene, dice, il rinnovo del piano a luglio, bene l’obiettivo del65%diraccolta differenziata, sollecitandone tutti gli interventi di appoggio possibili. Al tempo stesso però De Girolamo pensa che ancora non ci siamo, che differenziare e riciclare per ora non basti, che «si debba trovare un equilibrio tra differenziata e necessità di impianti permettere in sicurezzalaToscana». Dunque manda a dire aRossi bisogna «garantire la realizzazione di tutti gli investimenti strategici regionali negli impianti di recupero energetico previsti dalla pianificazione giàapprovata». Per parlare chiaro il nuovo piano dovrà confermare, secondo il Cispel, tutti gli inceneritori già programmati, come Case Passerini tra quelli da fare e Livorno,Arezzo, Pisatra gli esistenti. Per passare, quanto a conferimento negli impianti, «dall’attuale 10% al 30 o 40% degli rsu».
Da parte sua, il movimento Rifiuti Zero si propone di aprire la sua vertenza su quali e quanti inceneritori decidere di chiudere o non costruire. E siccome gli attualiimpiantitoscani- Pisa, Scarlino, Montale, Arezzo, Livorno, Poggibonsi, Selvapiana (chiuso ma con un progetto di consistente ingrandimento) – sono tutti vecchissimi o vecchiotti, bisognosidiriammodernamento e di soldi per farlo, Rifiuti Zero pensa si possa prevederne una dismissione però graduale. La vera battaglia per il piano di luglio si prevede che sarà sull’impianto di Case Passerini con la sua torre progettata da Gae Aulenti e il p ro getto di costruzione ai blocchi di partenza. E’ un impianto da circa 400 tonnellate giorno, che l’ad di Quadrifoglio Livio Giannotti calcola bastino appena al fabbisogno dell’Ato centro (Firenze, Prato e Pistoia), e 135 milioni di costo. Sarà costruito e gestito da Q.tHermo, la società costituita al 60% da Quadrifo glio e a140% dalla holding multiservizi dell’Emilia Romagna, Hera. Q.tHermo ha già chiesto il18 aprile scorso l’autorizzazione unica (Via e Aia insieme) alla Provincia. Oggi la notizia ufficiale dell’avvio del procedimento dovrebbe comparire sul Burt (il bollettino della Regione). Dopodichè ci vogliono 180 giorni per l’iterautorizzativo, 700 di costruzione, dai sei agli otto mesi per l’avviamento prima di arrivare a regime.

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