Le piazze dell’alternativa: Costruiamo insieme il programma per le prossime elezioni politiche nazionali

La Rete delle città in Comune propone una carovana, in tante città, per il cambiamento. Per costruire insieme e dai territori un programma di governo in netta discontinuità con quanto visto in questo fino ad oggi.
 
Le prime tappe:
  • 11 giugno Bologna
  • 23 giugno Spoleto
  • 17 giugno Milano
  • 24 giugno Roma
  • 30 giugno Firenze
  • 30 giugno Ancona…in cantiere ancora tante altre
    2 luglio incontro nazionale

31 maggio. L’Italia che ci raccontano ogni giorno i telegiornali e buona parte degli organi di stampa è un paese rassegnato, disilluso, in declino, incapace di gettare il cuore oltre i mille ostacoli che affollano un eterno presente senza più futuro. Lo abita una società divisa in tribù, in guerra perenne l’una contro l’altra: persone giovani contro persone anziane, “garantiti” contro “non garantiti”, lavoratori e lavoratrici dipendenti contro lavoratori autonomi e lavoratrici autonome, persone italiane contro migranti, uomini contro donne, “meritevoli” contro “non meritevoli”, “ultimi” di ieri contro “nuovi ultimi”.

Il PD, le destre più o meno estreme e il Movimento cinque Stelle alimentano questa rappresentazione, utilizzando ora il mito della rottamazione, ora le paure, ora il rancore per travolgere i corpi intermedi, spezzare i legami sociali, divaricare lavoro e libertà, territori e cittadinanza, democrazia e popolo.

A tutto ciò non serve rispondere con nuovi centrosinistra e con la riproposizione di vecchie formule politiciste, prive di credibilità e quindi fallimentari.

Eppure non è questo il solo orizzonte possibile. Nelle pieghe del presente, visto dalle città, s’intravede anche tanto altro. Prima di tutto, c’è una maggioranza: la maggioranza invisibile di coloro che non hanno una rendita a garantire privilegi, quelle persone che devono lavorare per vivere, che non possono permettersi la sanità a pagamento, la scuola privata, le tasse universitarie, quelli che vorrebbero sapere se e quando avranno una pensione, che sono preoccupate dalla devastazione del territorio e dei cambiamenti climatici. Questa maggioranza è divisa, invisibile e non rappresentata in Italia e in Europa. Eppure in tanti territori esistono esperienze municipali e sperimentazioni politiche che possono unire ciò che la crisi ha diviso, diventando laboratori del cambiamento.

La nostra proposta, che parte dal percorso aperto e inclusivo de “Le città in Comune”, si rivolge a partiti e sindacati, associazioni e movimenti, reti sociali ed esperienze civiche, donne e uomini che, come noi, avvertono il bisogno di costruire, insieme, uno spazio politico, sociale e culturale autonomo e alternativo agli altri poli esistenti. Uno spazio a cui tutti e tutte possano partecipare con pari dignità, senza primati e gerarchie, con l’obiettivo di costruire, in forma partecipata, anche a partire dalle vertenze e dai conflitti sociali presenti oggi nel nostro paese, un programma di governo che si ponga in radicale discontinuità con tutte le politiche sperimentate in questo primo scorcio di secolo. Proviamo a ribaltare il solito metodo: invece di incontrarci in un solo luogo per discutere di contenitori e candidature, incontriamoci in tanti luoghi per discutere di contenuti e di futuro, facendo in modo che dai territori emerga, passo dopo passo, un profilo politico e programmatico credibile e radicale. Con una direzione chiara: dal basso verso l’alto.

Molte voci si sono levate a sostegno di una tale ipotesi. Ora è tempo di darle gambe per camminare. Organizziamo, in tutte le città, le tappe di una carovana, le piazze dell’alternativa, intese come momenti di confronto popolare capace di coinvolgere chi vive direttamente i problemi e le contraddizioni che si scaricano, dal centro sulle tante periferie del paese, vittime dei tagli lineari, delle politiche di austerity e, oggi, di una nuova offensiva securitaria che si profila come una vera e propria guerra contro le persone povere. Chiamiamo a raccolta le migliori intelligenze per costruire, tutte e tutti insieme, un futuro diverso.

Ci rivedremo poi, il 2 luglio, per tirare le fila del primo tratto di strada comune, per ordinare, con cura e passione, quanto emerso nei tanti incontri che avremo organizzato da nord a sud e per immaginarne di nuovi.

Se vogliamo arrivare attrezzate e attrezzati alla sfida delle prossime elezioni politiche, quale che sia la legge elettorale che inventeranno questa volta, non c’è tempo da perdere. Il tempo è adesso.

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