Misericordia, riaperta la trattativa

La Nazione Pisa, pagina 1 (di Federico Cortesi)
I SINDACATI confederali, ma non i Cobas, ieri mattina in Prefettura hanno sottoscritto un verbale che riapre la trattativa sui contratti di solidarietà alla Misericordia. L’obiettivo dell’incontro, convocato nell’ambito delle procedure di raffreddamento, era quello di tentare di individuare un punto di accordo per evitare lo sciopero e far rientrare lo stato di agitazione, proclamato dai sindacati a seguito dei ventilati licenziamenti della metà del personale della Arciconfraternita. Per la Misericordia è intervenuto il governatore Marchetti, accompagnato dal dottor Orvietani, mentre per i sindacati erano presenti Orsi. Ferrante e Giannessi. Dopo ampio confronto tra le parti, guidato dal prefetto Tagliente, è stato firmato un verbale di intesa sul raffreddamento della vertenza in corso con l’impegno della Misericordia di riaprire il tavolo di trattativa che si era interrotto il 7 marzo scorso. In seguito, in altro tavolo di trattativa con le istituzioni cittadine, (Provincia e Comune di Pisa), la Misericordia aveva annunciato che avrebbe attuato la mobilità per metà del personale. L’impegno preso sulla riapertura del tavolo di lavoro è basato sulla volontà di proseguire il dialogo e di impostare la trattativa con i sindacati, atta a definire un accordo concreto sui contratti di solidarietà, al fine di eliminare l’ombra dei licenziamenti che erano stati annunciati. «Lo spettro dei licenziamenti resta, per questo non abbiamo sottoscritto questo documento – affermano i Cobas -. I termini della trattativa fanno quindi un passo indietro: non solo è ormai avallato l’annuncio della possibilità dei licenziamenti da parte della Misericordia, ma si è ulteriormente avvicinato il termine di scadenza dei contratti di solidarietà attualmente vigenti senza che una soluzione ac-cettabile sia all’orizzonte. I Cobas hanno pertanto deciso di mantenere lo stato di agnazione, rimettendosi all’assemblea dei lavoratori della Misericordia per decidere quali decisioni assumere di fronte alla reiterazione di una situazione di stallo in cui la minaccia dei licenziamenti continua ad incombere sul personale». Preoccupati anche Rifondazione e Una città in comune, che affermano: «No a licenziamenti, sì a chiarezza su bilanci e responsabilità del debito».

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