Montanari e Settis sostengono l’ex Colorificio Liberato

TIRRENO PISA, online
Dopo la decisione del tribunale di sequestrare l’area, piovono critiche e una proposta: «La città ritiri la candidatura a capitale europea della cultura»
Parole forti e chiare quelle che sono giunte nella giornata di ieri (giovedì 26 settembre) dal Teatro Rossi Aperto, nel corso dell’iniziativa “Privato Pubblico Comune. È possibile restituire l’arte ai cittadini?”, durante la quale Salvatore Settis e Michele Dantini hanno discusso il libro “Il popolo e le pietre” di Tomaso Montanari, presente al tavolo dei relatori. Ed è stato proprio quest’ultimo a citare in maniera esplicita la vicenda dell’ex Colorificio Liberato, riprendendo la traccia del saluto e dell’augurio di “buon compleanno” (il Teatro Rossi Aperto ha infatti compiuto un anno di vita) inviato dall’ex Colorificio Liberato, in cui si illustravano le prospettive dopo la decisione dei giudici di sequestrare l’area dell’ex Colorificio.

«Dopo una simile sentenza, agli amministratori di questa città non resta altro da fare: ritirare la candidatura di Pisa a capitale europea della cultura», così ha affermato Tomaso Montanari, storico dell’arte di fama e membro dell’Osservatorio sui Beni Comuni della città di Napoli. Poi ha aggiunto: «Paradossale che il giorno prima l’Europa promuova l’esperienza dell’ex Colorificio invitandone i rappresentanti nelle proprie sedi, e il giorno dopo arrivi la notizia di un imminente sequestro».

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«Non capisco poi – ha concluso Montanari – perché l’amministrazione si sia ostinata, e ancora si ostini, a non visitare lo spazio, adducendo motivazioni di carattere istituzionale. Il ministro Bray è andato al Teatro Valle Occupato, il sindaco di Pisa può dunque visitare l’ex Colorificio Liberato».

Parole forti anche da parte di Salvatore Settis, a proposito di questo ultimo passaggio: «Io avrei visitato l’ex Colorificio, solo così avrei potuto vedere con i miei stessi occhi come sia stato possibile rigenerare un luogo abbandonato che ha assunto ora un alto pregio culturale».

«Pratiche come quella messa in atto all’ex Colorificio Toscano – ha proseguito Settis – si collegano a un’idea di cittadinanza che recupera ciò che è lasciato a una colpevole incuria. Abbandonare in quelle condizioni uno stabile così grande a due passi da un sito come quello del Duomo, è un vero e proprio delitto contro la cittadinanza».

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