Mozione: Per una accoglienza degna dei rifugiati nella città di Pisa

Riportiamo qui di seguito la mozione proposta al voto del Consiglio Comunale di Pisa dai consiglieri Marco Ricci e Ciccio Auletta del Gruppo consiliare “Una città in comune – PRC”

Mozione: Per una accoglienza degna nella città di Pisa

Considerato che il maggior numero di rifugiati è accolto da paesi extraeuropei: a fine 2014 il numero totale dei rifugiati è di 14 milioni e 400 mila e nessun paese europeo compare tra i primi 10 paesi ospitanti. In Europa infatti vengono accolti un numero ridotto di rifugiati (3.107.600), e per quanto riguarda la percentuale sulla popolazione residente nei paesi europei l’Italia si trova all’ultimo posto con la Bulgaria (con una incidenza di 1,5 rifugiati ogni 1000 abitanti) e rimane all’ultimo posto (17 ° paese europeo) come incidenza di richiedenti asilo visto che le domande di protezione/asilo a fine 2014 erano di 63.660 ovvero 1 richiedente ogni 1000 abitanti. (fonti UNHCR Asylum trends 2014; UNHCR Global trends 2014)

Considerato che secondo i dati UNHCR le principali provenienze delle persone sbarcate in Italia da gennaio a Marzo del 2016 riguardano paesi ad elevata instabilità politica e sociale come la Nigeria, l’Eritrea e la Somalia. L’Eritrea da 20 anni sotto la dittatura di Isaias Afewerki, che obbliga tutti e tutte al servizio militare e centinaia sono i casi denunciati di torture, carcerazioni arbitrarie, sparizioni e assassini di stato. La Nigeria dal 2002 fa i conti con il gruppo di Boko Haram con sequestri e atti di vera e propria guerra. La Somalia è praticamente in guerra civile dal 1991, situazione che ha favorito la nascita del gruppo di Al-Shabab, protagonista di numerosi attentati,

Considerato che nei primi 5 mesi del 2016, nonostante la chiusura della rotta balcanica, a seguito dell’Accordo UE-Turchia, la crescita degli sbarchi in Italia si è attestata allo 0.8%, quindi un cambiamento insignificante rispetto al 2015, contrariamente a chi nel nostro paese sta conducendo una campagna sull’emergenza sbarchi.

Considerato che al contempo si è registrato un aumento del 16% delle morti sulla rotta del Mediterraneo centrale, ovvero una persona ogni 23 sbarcate muore lungo il viaggio (fonti dati IOM/UNHCR2016).

Considerato che tali dati confermano le preoccupazioni espresse più volte dall’UNHCR sulla chiusura di Mare Nostrum e l’apertura dell’operazione TRITON riguardo al numero di salvataggi in mare.

Considerato che in base ai dati forniti dal Ministero dell’ Interno al 31 marzo 2016 riguardo alla distribuzione dei richiedenti accolti in strutture d’accoglienza (CDA/CARA/SPRAR) nelle varie regioni d’Italia, la Toscana accoglie solo il 7% del totale delle presenze.

Considerato che la città Pisa, secondo gli ultimi dati resi noti dalla Società Saluti nel settembre 2015, nella provincia di Pisa sono ospitati 458 richiedenti protezione/asilo (su una popolazione di 411.190 di residenti), quindi lo 0,11% sulla popolazione presente nella provincia.

Considerato che nel caso del comune di Pisa città questa percentuale scende ulteriormente attestandosi su livelli numerici bassissimi di accoglienza, ospitando solamente 57 richiedenti protezione internazionale.

Preso atto che in data 9 Giugno è stato reso pubblico l’appello sottoscritto da importanti associazioni e ONG a livello nazionale e transnazionale come ASGI, Medici Senza Frontiere Italia, Save the Children Italia, MEDU – Medici per i Diritti Umani, INTERSOS, CEFA Onlus, CIES, Concord Italia, Focsiv, LasciateCIEntrare, Oxfam Italia, AMREF, in cui si chiede “ alle istituzioni competenti, nazionali e locali, di mettere in campo tutte le misure necessarie ad assicurare condizioni di vita dignitose e pieno accesso ai diritti umani fondamentali, tra cui il diritto alla salute, a tutti i migranti forzati presenti nel nostro Paese, bambini, donne e uomini, anche a coloro che si trovano al di fuori del sistema di accoglienza governativo, qualunque sia il loro status giuridico”.

Ricordato che la Direttiva europea 2013/33/UE, all’art. 17, obbliga gli Stati Membri a provvedere affinché «le condizioni materiali di accoglienza assicurino un’adeguata qualità di vita che garantisca il sostentamento dei richiedenti e ne tuteli la salute fisica e mentale»

Ricordato che la Direttiva 2003/9/CE del 27 gennaio 2003 prevede (art. 13) che le condizioni materiali di accoglienza «garantiscano una qualità di vita adeguata per la salute ed il sostentamento dei richiedenti asilo»;

Ricordato che il Manuale Operativo SPRAR già citato prevede standard minimi sia sotto il profilo edilizio che su quello igienico-sanitario (cfr. per es. pag. 14), e raccomanda di «stringere o a creare rapporti con i servizi socio-sanitari del territorio» (pag. 22).

Ricordato che con la creazione del sistema SPRAR, l’Italia ha conferito agli enti locali il compito di accogliere i richiedenti asilo e i rifugiati, e di provvedere a un loro inserimento nel tessuto sociale;

Preso atto del che nelle scorse settimane è stata nuovamente riaperta la struttura di Piaggerta, gestita dalla Paim, per l’accoglienza di 26 profughi nonostante le ripetute prese di posizione da parte del Consiglio comunale nel non ritenere idonea questa struttura ai fini dell’accoglienza, in primo luogo perché molto distante dalla città, e non servita da mezzi del trasporto pubblico. Ciò rischia di configurare una situazione di vero e proprio isolamento, laddove gli standard di accoglienza previsti per i rifugiati (di cui al Manuale Operativo SPRAR) prevedono invece «percorsi di inserimento sociale, abitativo e lavorativo», e raccomandano ai servizi di accoglienza di «favorire i beneficiari nella (ri)acquisizione della propria autonomia», intesa come «capacità di interazione con il territorio» [citato da Servizio Centrale SPRAR, Manuale operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale, Roma 2013, pag. 27, http://www.serviziocentrale.it/file/pdf/manuale.pdf].

Il Consiglio Comunale di Pisa impegna il Sindaco e la Giunta:

  • a promuovere un incontro urgente con la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese, al fine di promuovere una collaborazione che sostenga da vicino i “ corridoi umanitari” con l’obiettivo di dare alternative ai viaggi attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale che risultano spesso mortali per donne, uomini e bambini/bambine, sia per impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre sia per dare a persone in “condizioni di vulnerabilità” un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo;
  • a promuovere quindi un sistema d’accoglienza degno riprendendo le buona pratiche e il sistema di accoglienza messo in atto dal Sindaco di Riace;
  • a convocare con urgenza un incontro con la Prefettura e le altre istituzioni coinvolte per chiudere la struttura di Piaggerta entro Giugno 2016 e tornarla così ad utilizzare per i fini a cui è stata realizzata, trovando altre collocazioni adeguate in città alle 26 persone oggi ospitate a Piaggerta,;
  • a individuare da subito strutture di accoglienza adeguate e/o appartamenti di proprietà e/o privata, conformi agli standard previsti nelle direttive comunitarie e nel Manuale Operativo SPRAR;
  • a mettere e disposizione ed utilizzare la struttura di accoglienza di via Garibaldi 190, attualmente chiusa, per la prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale;
  • a fare un censimento con le proprie società partecipate di eventuali struttura non utilizzate da poter mettere a disposizione, a partire da una richiesta immediata di un comodato d’uso gratuito a Pisamo-Sviluppo Pisa per l’utilizzo a tale scopo dell’ex-Ufficio casa da anni lasciato all’abbandono,
  • ad avviare un confronto urgente con l’Università degli Studi di Pisa, e con altri enti pubblici, al fine di siglare una intesa per l’utilizzo di appartamenti dismessi di loro proprietà;
  • a individuare nuovi spazi permanenti per l’accoglienza, anche tenendo conto della proposta, lanciata nell’aprile 2014 dalle associazioni del Municipio dei Beni Comuni, di utilizzare parte dello spazio dell’ex caserma di Via Giordano Bruno, ora Distretto 42;
  • a costruire, tramite gli strumenti precedentemente indicati, un sistema di accoglienza che possa fronteggiare, nel futuro, altre problematiche connesse al bisogno sociale (emergenza freddo, sfratti, ecc.), in modo che l’accoglienza non sia solo una risposta emergenziale ma un elemento strutturale di pianificazione della città;
  • a predisporre idonei sistemi di monitoraggio e verifica da parte del Comune di Pisa, tramite la Società della Salute, sui servizi/attività di accoglienza, che prevedano anche l’attiva partecipazione delle associazioni del territorio.

 

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