Nel 41° anniversario della morte di Franco Serantini

Il prossimo 7 maggio ricorre il 41° anniversario della morte di Franco Serantini.

A un anarchico ventenne che manifestava contro il fascismo venne barbaramente tolta la vita. All’epoca, sia l’Amministrazione comunale che quella Provinciale chiesero con forza che fossero identificati e puniti i responsabili della morte del giovane, ma da allora nessun passo concreto è stato fatto.

A 41 anni di distanza da quel tragico episodio, nella sua ultima riunione, l’attuale Consiglio comunale ha approvato, con 12 voti favorevoli su 25, una mozione per intitolare una strada all’ex onorevole Giuseppe Niccolai.

Uno dei promotori dell’iniziativa ha dichiarato alla stampa «finalmente giustizia è stata fatta». Ma, ci domandiamo, di quale ingiustizia era stato oggetto Niccolai ?

Quali sono stati i meriti di quest’uomo «ben voluto da tutti»? È stato iscritto al Partito nazionale fascista, è partito volontario per la Seconda guerra mondiale e al suo rientro in Italia è diventato un esponente di rilievo del Movimento sociale italiano, quel partito che non ha mai rinnegato la sua continuità ideale e storica con la Repubblica sociale italiana. D’altronde lo stesso Niccolai, coerentemente con le sue scelte e le sue idee, non ha mai rinunciato al suo passato e ciò è dimostrato ampiamente non solo dalla sua carriera politica ma anche da quanto ha scritto sul «Machiavelli», il giornale che ha diretto per circa un quarto di secolo. Su quest’organo di stampa, Niccolai ha sempre svolto una costante azione di critica della democrazia parlamentare così come si era andata delineando dal referendum istituzionale del 1946 in poi. Sul giornale è stata richiamata sempre la continuità teorica e pratica con il fascismo. Mai, ad esempio, su quel giornale sono state espresse prese di distanza o avviate riflessioni critiche sulla politica d’espansione coloniale del fascismo e delle sue guerre d’aggressione in Africa, nei Balcani o in Spagna. Mai sono stati denunciati i crimini contro l’umanità perpetrati da ufficiali e soldati contro le popolazioni inermi nei vari conflitti nei quali l’esercito italiano è stato protagonista in quegli anni; mai è stata espressa una decisa critica alla politica razziale del regime di Mussolini e alle persecuzioni degli ebrei; mai sono state evidenziate le responsabilità del regime nel coinvolgimento dell’Italia nel Secondo conflitto mondiale. Il giornale si è sempre distinto, invece, per la sua radicale avversione alla commemorazione del 25 aprile.

Alla memoria di quest’uomo, che coerentemente è sempre stato un fascista, oggi una parte del Consiglio comunale di Pisa vuole dedicare una strada. Questa, onestamente, ci sembra una vera ingiustizia nei confronti di tutti coloro che hanno pagato con la vita il proprio impegno per la libertà, la giustizia e la democrazia.

Circolo culturale biblioteca Franco Serantini

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