Nuova variante al regolamento urbanistico: rigenerare la città e fermare il degrado della speculazione

Mentre da anni ci trasciniamo in una discussione surreale sul nuovo Piano Strutturale d’area – mentre nel frattempo si parla di Comune unico e si continuano a fare varianti al Piano Strutturale vigente – che rimane impantanato nelle beghe tutte interne al PD, il nostro Regolamento Urbanistico del 2001 invecchia e ha bisogno di una nuova variante “di monitoraggio” per rinnovare le previsioni ormai scadute da un anno.

L’amministrazione Filippeschi persegue anche in questo caso la strada sbagliata intrapresa nel 2009 confermando quasi tutte le previsioni precedenti, e complice però la crisi immobiliare da un lato e il fatto che la maggior parte delle aree cittadine erano state “occupate” anche con megaprevisioni come il nuovo stadio, non si prevedono nuovi maxi-interventi. Le previsioni aggiuntive, infatti, sono limitate (ma ci sono!!).

Il problema principale è che manca un vero confronto con la realtà dei bisogni della città. Non basta prendere atto dell’inutilità di fare nuove previsioni (soprattutto con un piano ormai vecchio), ma è necessario rendersi conto che è possibile e necessario tornare indietro rispetto ad alcune previsioni mai attuate, adattandole alla realtà mutata e alle nuove e vecchie esigenze della città. Come è stato fatto, dopo anni di battaglie delle associazioni, per il Parco di Cisanello.

Questa variante prende finalmente atto che, come denunciamo da anni, il “Progetto caserme” è fallito visto che la previsione sulla Bechi Luserna non viene più rinnovata. Su questo chiederemo subito che si attivino le procedure attraverso il il federalismo demaniale per il trasferimento al comune del Distretto 42, tornato nell’abbandono dopo lo sgombero, su cui esiste un progetto di riutilizzo partecipato del Municipio dei Beni Comuni che la maggioranza ha ignorato.

Viene annullata solo una previsione di nuova urbanizzazione, a Putignano, ma ne vengono confermate troppe che riteniamo assolutamente negative: la lottizzazione su via di Gello, la cittadella dello sport a Gagno, le aree di San Cataldo; tutti esempi di previsioni che non rispondono ai bisogni della città ma solo agli interessi dei proprietari.

Inoltre si continua a immaginare la valorizzazione immobiliare come unico strumento della riqualificazione di aree e volumetrie non più utilizzate dagli enti pubblici: la vecchia USL di via Zamenhof, il polo universitario dell’ex-Asnu in Via Emanuele Filiberto, la Facoltà di Veterinaria.

Noi ribadiamo che invece è necessario tornare indietro e avere il coraggio di riaffermare il primato dell’interesse pubblico: per questo il nostro giudizio è nettamente negativo.

In questo senso abbiamo presentato degli emendamenti alla variante che vadano in questo senso: 1) il primo per difendere la previsione di alloggi di edilizia convenzionata nell’intervento Ville Urbane alla ex-Saint Gobain; 2) l’altro riguarda l’ultimo rudere bellico rimasto in città, appartenente al grande proprietario Pampana, su cui il regolamento urbanistico prevede da sempre la possibilità di ricostruire i volumi preesistenti: ma se non è mai stato ricostruito finora, e se anzi la proprietà ha dimostrato sempre incuria e disinteresse per la cittadinanza, lasciando l’area abbandonata e i ruderi pericolanti, non sarà che forse non è necessario ricostruire quel vecchio palazzo?

Noi proponiamo di restituirlo all’utilità pubblica per recuperare un collegamento tra il Bastione del Sangallo – nella sua parte ancora da riqualificare e quella lungo il vallo (ex parcheggio) dove è già prevista la realizzazione di verde pubblico – e il Lungarno mediante la cancellazione di quella previsione di ricostruzione. Una “porta verde” che si affaccia sul Lungarno proprio di fronte allo scalo dei renaioli, tappa turistica e meta ricreativa, e che restituirebbe, dal lungarno stesso, tutta la visuale del camminamento e del baluardo.

Pensiamo che sia necessaria una inversione di tendenza e la richiesta che viene dalla cittadinanza di un minore consumo di suolo debba consistere da un lato nel cancellare previsioni inutili e dannose elaborate nel 2009 e dall’altro nel ripensare l’esistente, senza fermarsi di fronte al diritto alla rendita e alla speculazione di proprietari che tengono abbandonate aree e palazzi per anni e anni in attesa di monetizzare il loro valore, senza curarsi minimamente del bene comune.

Una città in comune

Partito della Rifondazione Comunista

Alcune immagini della conferenza stampa sulle nostre proposte per la Variante di monitoraggio in discussione in consiglio comunale

Oggi, di fronte al rudere sul Lungarno Galileo, emblematico del degrado generato dalla rendita selvaggia nella città di Pisa che si è tenuta  una conferenza stampa sulle nostre proposte per la Variante di monitoraggio in discussione in consiglio comunale. Siamo di fronte ad un palazzo bombardato nel 1945 che dopo 70 anni sta ancora lì, in spregio a ogni regola di buon senso e di tutela del territorio.

Ecco alcune foto della conferenza stampa

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