Nuovo attacco ai professionisti della cultura: i volontari aprono la Domus Mazziniana

Due mesi fa, in occasione della visita a Pisa del presidente Mattarella, il Commissario straordinario per la Domus Mazziniana Fabio Beltram ne annunciava l’imminente riapertura. Oggi si viene a sapere che saranno ancora una volta i volontari dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani a garantirne la fruibilità tre volte a settimana. Di nuovo il terzo settore utilizzato impropriamente a scapito delle competenze di bibliotecari, archivisti, storici, storici dell’arte, e stavolta non si potrà certo obiettare che mancano fondi e che questa è l’unica soluzione per tenere aperta la casa-museo, che una volta era un archivio e biblioteca.
Nel 2010-11 si sono spesi infatti € 2.400.000 per “rinnovare” la Domus e trasformala in un museo virtuale, liberando i suoi spazi delle migliaia di lettere, documenti e parte dei 40.000 volumi della sua collezione per far posto a schermi e installazioni multimediali. Una scelta discutibile, peggiorata dal fatto che dal 20 ottobre 2011 la Domus è rimasta aperta al pubblico solo alcune settimane. Bibliotecari e custodi sono una spesa, e così l’anno successivo il Ministero dell’Interno ha pensato di nominare Beltram Commissario e questi ha dovuto ammettere che dal 2012 la Scuola Normale paga un affitto annuo di € 26.000 per il deposito a Perignano di Lari del patrimonio librario e archivistico della Domus. Ma ancora non basta e Beltram oggi auspica “l’aiuto del MiBACT, della Regione e del nostro prefetto” per rendere presto disponibile quel materiale.
Oggi dunque mancano i soldi e si fa ricorso ai volontari. Una vicenda priva di qualsiasi razionalità, anzitutto nella gestione dei fondi: alquanto disinvolta quando si tratta del mattone, senza mai un soldo quando si parla di lavoro intellettuale. E come se non bastasse, la stampa riferisce di un servizio di visite guidate già attivo per scolaresche con percorsi a cura dell’Associazione CorreLaMente con il contributo della Fondazione Pisa. Visite guidate in un archivio-biblioteca, diventato museo, aperto da volenterosi volontari tre giorni la settimana. È questa la nostra idea di gestione e valorizzazione del patrimonio? E allora perché la Scuola Normale continua a formare e perfezionare storici, letterati e umanisti in genere che dovrebbero essere chiamati a svolgere o a dirigere quei lavori, se la Normale stessa svilisce quelle competenze delegandole ai volontari?

La vicenda della Domus ci rimanda al problema più generale della gestione del patrimonio librario della città, sempre meno fruibile dal pubblico e sempre più in pericolo, come testimoniano le annose vicende della Biblioteca Universitaria, della Biblioteca Serantini, e più di recente la Biblioteca Provinciale. Di tutto questo discuteremo, con chiunque voglia partecipare, venerdì 18 dicembre alle ore 16:30 alla Sala Regia di Palazzo Gambacorti.

 

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