Ordine del giorno: Azioni del Comune di Pisa per garanzia diritti detenuti e delle detenute carcere “Don Bosco”

Questo l’ordine del giorno presentato al consiglio comunale di Pisa da consiglieri di Una Città in comune – PRC

Ordine del giorno: Azioni del Comune di Pisa per una reale garanzia dei diritti dei detenuti e delle detenute del carcere “Don Bosco”

 

Visto che, in applicazione dell’articolo 27 della Costituzione secondo il quale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, è comune obiettivo, degli organi territoriali e delle istituzioni, il recupero delle persone in esecuzione di pena considerate nella loro individualità e della finalità di prevenzione primaria e secondaria , che può essere determinante per il contenimento del fenomeno della criminalità.

Vista la Legge 26 luglio 1975, n. 354, recante norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative della libertà, ed in particolare l’articolo 1 (Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. (..)Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti).

Visto il Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, “Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà” che all’art 1 comma 2 dispone che “Il trattamento rieducativo dei condannati e degli internati è diretto, inoltre, a promuovere un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo a una costruttiva partecipazione sociale”.

Visto che, in data 17/12/2013 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa per il miglioramento delle condizioni dei detenuti firmato a Firenze dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per avviare percorsi di recupero , individuare strutture idonee a ospitare case di semiliberta, estendere la possibilità di lavoro esterno dei detenuti.

Rilevato che tra gli intenti del protocollo figurano anche l’istituzione di percorsi che estendano le opportunità di lavoro esterno concesse ai detenuti anche per pubblica utilità, una maggiore integrazione con il territorio coinvolgendo gli Enti locali e le associazioni del volontariato.

Preso atto che il paragrafo 2.2.4.2 del PSSIR 2012- 2015, che tra le “sfide” annuncia la volontà di “provvedere al sostegno al reinserimento ed al “recupero delle persone in esecuzione di pena, considerate nella loro individualità” e che tale “sfida “rappresenta un impegno volto a completare le azioni a sostegno della popolazione ristretta ed a favorire il contenimento del fenomeno della criminalità”.

Considerato che tra le strategie proposte nel documento di programmazione citato vi è la “realizzazione di misure finalizzate a garantire il recupero della cultura della legalità e ad accompagnare i percorsi di inclusione socio-lavorativa, quali il sostegno formativo, culturale, sociale e lavorativo adattato alle loro esigenze per fascia di età e caratteristiche”.

Considerata la situazione critica della Casa Circondariale Don Bosco di Pisa, in cui nel 2016 erano detenute 277 persone a fronte di una capienza di 226.

Considerando l’altissimo tasso di disagio sociale che caratterizza la popolazione carceraria pisana, situazione che rende indispensabile il potenziamento delle opportunità di inserimento sociale anche al fine di contenere il tasso di recidiva.

Considerato il Resoconto del Garante dei Diritti dei Detenuti relativo agli anni 2014-2015 e 2015-2016 che

1. in relazione alle carenze strutturali:

  • denuncia lo stato di fatiscenza dell’immobile e la necessità di circa sessanta interventi di manutenzione e ristrutturaazione, concludendo che “la struttura va rifatta da cima a fondo” anche per adeguare l’istituto al moderno sistema custodiale aperto;
  • segnala la particolare criticità della sezione semiliberi, che necessita di un totale rifacimento;
  • definisce come scandalosa la situazione del cantiere del costruendo reparto GSI in cui era prevista la costruzione di un edificio destinato al nuovo Centro Diagnostico Terapeutico ora in totale abbandono;2. in relazione alla sezione femminile:
  • dichiara illecita la situazione in cui versa la struttura che i sanitari situati all’interno delle celle senza alcuna tutela della privacy delle donne;
  • dichiara infelice la condizione di forte limitazione della socializzazione dovuta al divieto di sosta sul ballatoio e all’indisponibilità della sala cucina;3. in relazione alla cospicua presenza di persone straniere (164, a fronte di 113 italiani):
  • evidenzia criticità relative alla scarsa conoscenza della lingua e denuncia l’assenza di materiali informativi in lingua e di operatori esperti in mediazione linguistica e culturale;
  • riscontra notevoli difficoltà di accesso alle procedure amministrative di competenza della questura in costanza di detenzione;4. in relazione ai rapporti con l’ente locale e i servizi territoriali:
  • sollecita una maggiore attenzione dei servizi territoriali alla cura dei rapporti familiari, con una particolare attenzione al riconoscimento del diritto di visita ai figli;
  • segnala la totale assenza di interventi destinati alla presa in carico dei servizi territoriali dopo le dimissioni dal carcere;
  • dichiara insufficiente la disponibilità di strutture di accoglienza per i soggetti privi di risorse e di cura per le persone dichiarate incompatibili con la detenzione per gravi problemi sanitari;
  • indica tra le priorità la costruzione di un sistema di rete destinato alla costruzione di opportunità per l’inserimento sociale e lavorativo delle persone più fragili che di fatto sono escluse dall’accesso alle misure alternative;
  • richiama la necessità di potenziare le opportunità di  inserimento in Lavoro di Pubblica Utilità;
  • definisce come urgente l’intervento dell’ente locale per la realizzazione di una pensilina per l’attesa esterna da parte dei familiari ammessi ai colloqui.Vista la Mozione avente per oggetto ” inserimento lavorativo a favore dei detenuti ” approvata dal Consiglio Comunale in data 25/09/2014 ma non applicata in nessuna delle sue parti.

    Considerato pertanto gravemente insufficiente l’impegno del Comune di Pisa nella realizzazione di opportunità di inserimento per le persone in esecuzione di pena, in particolare per quanto riguarda atti concreti per l’occupazione dei soggetti a rischio di esclusione sociale.

    Ritenuta scarsa l’efficacia degli interventi assistenziali che non garantiscono la piena autonomia delle persone vulnerabili.

    Ritenendo prioritario, in assenza di risorse, orientare sempre più il welfare locale verso un’azione rigenerativa che presuppone l’attivazione delle responsabilità personali e delle competenze delle persone destinatarie degli interventi.

     

    Il Consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta

     

  • a realizzare e promuovere azioni orientate al reinserimento delle persone in esecuzione penale nel tessuto sociale ed economico-produttivo della realtà esterna, quali:
  1. programma di sensibilizzazione del tessuto produttivo locale volto ad informare le imprese locali, le associazioni di categoria ed il privato sociale circa le agevolazioni previste dalla normativa vigente sull’assunzione delle persone detenute;
  2. istituzione di un Tavolo per il lavoro, di intesa con il centro per l’impiego, le istituzioni cittadine, il privato sociale e il mondo produttivo privato, finalizzato al potenziamento dei percorsi di inserimento delle persone svantaggiate;
  3. come già avviene in altri enti locali, inserimento di clausole sociali volte all’impiego di persone svantaggiate nelle procedure di affidamento di servizi esternalizzati;
  4. accordi con l’UEPE di Pisa per la realizzazione dei lavori di pubblica utilità nei diversi settori dell’amministrazione da parte di soggetti ammessi alle misure alternative alla detenzione ed imputati che ricorrono all’istituto della messa alla prova;
  • a promuovere l’attivazione delle risorse delle istituzioni al fine di risolvere le gravissime carenze strutturali della Casa Circondariale riscontrate e descritte in premessa, attraverso azioni di fund rising e intese con Fondazioni e soggetti privati in grado di finanziare gli interventi necessari;
  • a provvedere alla realizzazione di interventi che garantiscano un’accoglienza dignitosa alle famiglie in attesa di colloquio con i detenuti, anche installando semplici strutture prefabbricate posizionate nel parco antistante l’istituto;
  • ad adoperarsi presso la Direzione del Carcere per effettuare la messa in sicurezza del locale cucine della sezione femminile e garantire alle detenute maggiori opportunità di socializzazione;
  • a finanziare interventi stabili di mediazione sociale, linguistica e culturale, con una particolare attenzione alle aree linguistiche arabe e slave;
  • a garantire alle persone detenute parità di accesso ai procedimenti amministrativi di competenza comunale, con particolare riferimento ai servizi per l’anagrafe, anche attraverso la presenza periodica presso l’istituto degli operatori dell’ente locale;
  • a garantire il ricovero nei servizi residenziali sanitari territoriali per i detenuti dichiarati incompatibili con il regime carcerario, anche promuovendo intese con i comuni di residenza;
  • a garantire l’accesso alla residenza per i detenuti dimittendi che hanno l’esigenza di stabilirsi nel territorio pisano con un progetto individualizzato di inserimento.

Condividi questo articolo

Lascia un commento