Palazzo ex-Telecom: il comune svende!

Nelle scorse settimane la maggioranza ha approvato in Consiglio Comunale una delibera che consente al Comune di mettere in vendita il palazzo ex-Telecom in piazza Facchini.

Noi non abbiamo condiviso la delibera nel metodo, visto che non è stata minimamente discussa in commissione e non vi è stata alcuna disponibilità agli approfondimenti del caso, ma anche nel merito, visto che si mette in vendita un immobile comunale senza sapere dove e come si trasferiranno gli uffici e il personale che oggi si trovano in Piazza Facchini.
L’unica cosa certa ad oggi è che la stima dei costi per la risistemazione degli spazi comunali necessari per ricollocare i servizi oggi presenti nel palazzo ex-Telecom è di 6 milioni e 800 mila euro.

Il Comune ha pubblicato il primo giugno il bando di gara per la vendita con una base d’asta pari a 6 milioni e 200 mila euro, questo valore potrà essere oggetto di un ulteriore ribasso fino al 20%, scendendo così sotto i 5 milioni di euro.
Di fatto si profila la possibilità che il Comune venda l’immobile ad un prezzo decisamente inferiore a quello speso per acquistarlo e ristrutturarlo, e a meno di quello che servirà per spostare gli uffici in altri ambienti.

Perché allora tutta questa fretta? Oltre che alle conclamate richieste da parte di possibili compratori (Fondazione Pisa), non vorremmo che questa operazione, che si profila come una nuova rimessa per le tasche pubbliche, sia l’ennesimo effetto collaterale dell’operazione Sesta Porta: il bisogno di liquidità e di affittare gli spazi al suo interno potrebbero essere infatti le vere ragioni di questa accelerazione. Il rischio è, infatti, anche quello di dover pagare dei canoni d’affitto, per esempio alla Sesta Porta, per dover trovare delle soluzioni transitorie agli uffici “sfrattati”.

Quello che è certo, e che denunciamo, è che ancora una volta si pensa a “svendere” un immobile pubblico di grande valore, senza un piano organico e senza avere alcuna programmazione sulla gestione degli effetti dell’operazione.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

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