Piazza Vittorio Emanuele, un cantiere ancora aperto

Dopo 11 anni dall’avvio dei lavori di Piazza Vittorio Emanuele II, nonostante che la nuova piazza e il parcheggio sotterraneo abbiano ormai preso il posto del cantiere, ancora la vicenda non può dirsi chiusa…anzi!
Da una recente audizione dell’Assessore Serfogli in Prima commissione (urbanistica) si è capito che il contenzioso tra il Comune e la ditta che ha realizzato i lavori e che ha in concessione l’opera, è ben lontano dal dirimersi. Non a caso il collaudo dell’opera non è ancora stato ultimato per quanto riguarda la valutazione economica finale.
A seguito dei ritardi e dei conseguenti maggiori costi, la ditta ha presentato la richiesta di rivedere l’ammontare complessivo dell’opera da una cifra pari a 6,2 Milioni di euro previsti dalla gara, a più di 20 Milioni, con un incremento di circa 14 Milioni. Questa cifra è quella sulla base del quale si stabiliscono gli accordi tra il Comune, proprietario dell’area e il concessionario dell’opera: più è alta la cifra totale dei lavori, più si spostano gli equilibri verso il privato. Questo può avvenire in diversi modi: aumento della durata della concessione, riduzione del canone che il concessionario doveva versare al Comune, concessione di altri benefici al concessionario (gestione degli stalli blu in superficie), tutti modi che ovviamente prefigurano un mancato guadagno da parte del Comune rispetto agli accordi iniziali.
Vediamo così manifestarsi tutti i timori che paventiamo ogni volta che sentiamo parlare di grandi opere realizzate in “project financing”: cosa succederebbe ad esempio, se si aprisse un contenzioso del genere nell’operazione People Mover? da 68 Milioni si passerebbe a 200 Milioni? chi pagherebbe eventualmente, Pisamo?
Il Comune giustamente si è opposto alla richiesta, ma il fatto che la terna nominata per dare una valutazione “super partes” abbia quantificato in 5 Milioni l’aumento complessivo dell’opera, cifra poi ridimenisonata fino a 2,9 Milioni a seguito delle rimostranze della nostra amministrazione, ci fa temere che comunque alla fine un costo aggiuntivo per la città ci sarà. Nel frattempo paghiamo per avere la valutazione (al 50% con il privato), e pagheremo per avere un’ulteriore consulenza di valutazione della prima…in attesa di sapere chi avrà ragione.
Quest’opera è stata un errore, ma un errore ancora più grande è stato utilizzare lo strumento del finanziamento privato in opera pubblica con eccessiva leggerezza. Una leggerezza, che oltre ad aver condannato i cittadini pisani a convivere con un enorme cantiere per otto anni, ora rischia anche di farci pagare un prezzo molto più pesante di quanto preventivato.

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