«Porto, sindaco e Pd secretarono gli atti»

LA NAZIONE PISA, pagina 4
Cessione dei terreni, l’accusa di ‘Una Città in Comune’ e Rifondazione
E’ L’ORA delle accuse incrociate sull’operato dell’Amministrazione comunale e, sebbene la campagna elettorale non sia ancora aperta, può dirsi tuttavia già iniziata. Da fronti opposti, Una città in Comune, Rifondazione Comunista e Movimento Cinque stelle lanciano la stessa bomba sul medesimo obiettivo, Marco Filippeschi, il sindaco uscente e ricandidato di Pisa. Il casus belli è l’operazione Porto di Marina sulla quale Una città in comune e Rifondazione Comunista insinuano, carte alla mano, un grave debito di trasparenza da parte dell’Amministrazione. Ieri mattina sono stati resi pubblici atti e carteggi delle trattative fra il Comune di Pisa e la società privata Boccadarno, incaricata della realizzazione del Porto. Le accuse riguardano la «secretazione dei documenti – così si legge in un comunicato – e l’imposizione dello svolgimento in forma segreta della seduta della prima Commissione di controllo in cui quei documenti sono stati analizzati». Queste scelte vengono definite «gravissime e di chiara matrice politica», al punto che i protagonisti della rivelazione fanno nomi e cognomi: «la decisione di far svolgere la seduta a porte chiuse fu presa su proposta del consigliere del Pd, Michele Di Lupo, col sostegno di Udc e parere contrario di Rifondazione, Sel, e del presidente della Commissione, Riccardo Buscemi (Pdl)». La vicenda, secondo gli accusatori di Filippeschi e del Pd, sarebbe stata caratterizzata «dalla mancanza completa di trasparenza» confermata poi dal ritardo con cui i documenti furono consegnati («su insistenza del consigliere di Rifondazione Maurizio Bini») e dalla lettera di accompagnamento in cui se ne impediva di fatto la divulgazione. Cosa contengono di così scottante quei carteggi? Francesco Auletta, Federico Oliveri e Maurizio Bini si soffermano sulle «pressanti richieste che il direttore generale del Comune di Pisa, Angela Nobile, ha più volte e invano indirizzato al sindaco Filippeschi per sollecitarne l’azione in ordine agli inadempimenti della società Boccadarno», dice Francesco Auletta. Negli atti sono infatti numerose le richieste inviate dalla Direzione alla società per il pagamento dei terreni comunali occupati da Boccadarno (3.706.876,93 euro) sulla base della convenzione del 2007 per il recupero ex Motofides. Richieste tanto inascoltate da spingere la Nobile, il 9 febbraio 2012, a richiedere un parere alle direzioni di Avvocatura e Patrimonio: «vorrei sapere quali effetti ha l’inadempimento nel più ampio contesto della convenzione, ovvero se l’inadempimento possa determinare l’avvio del procedimento di risoluzione della convenzione».
L’AVVOCATURA era già stata sollecitata il 24 novembre 2011 e aveva sollevato, in un parere riservato, diverse incongruenze relative a «stipulazione ed esecuzione del contratto di compravendita delle aree di proprietà comunale alla Boccadarno». Il 27 aprile del 2012, la Direzione Patrimonio e Contratti spicca per Boccadarno «una richiesta somme a titolo di indennità di occupazione (83.332 curo dal 1.11.2011 al 30.4.2012), da pagare «entro 15 giorni» perché «nonostante i ripetuti inviti, codesta società non ha ancora adempiuto a tale obbligo e non ha nemmeno versato il prezzo come già pattuito». Su tutto questo imperversa ora un vento di bufera e d’acque intorbidite.

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