Precari e Precarie CNR: sosteniamo la loro lotta per il diritto al lavoro e per un Paese migliore

Sosteniamo la protesta che in questi giorni, ancora una volta, i precari e le precarie del Cnr stanno portando avanti per ottenere ciò che gli spetta, ovvero un lavoro stabile dopo anni di precariato e dopo aver superato prove concorsuali.

Esprimiamo il nostro sostegno e pieno appoggio alla mobilitazione che in questi giorni è nuovamente partita da parte dei precari e delle precarie del CNR: lottano per il loro diritto alla stabilizzazione, per svolgere con le giuste garanzie il loro lavoro, spesso non riconosciuto, e comunque portato avanti in forme precarie e non adeguatamente retribuite. Ma lottano anche per il futuro della ricerca del nostro Paese.

Le risorse per le stabilizzazioni ci sono e sono state espressamente destinate all’assunzione del personale precario dal Parlamento; le normative anche, si tratta del decreto 75/2017 “Madia” e delle sue modifiche che ne ribadiscono gli obiettivi e la validità. Si tratta come sempre di scelte che chiamano ancora una volta in causa i vertici del CNR, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Governo, come anche il modello di ricerca che si vuole portare avanti nel nostro Paese, che investe poco sulla ricerca pubblica e non riconosce, anche in questo settore, il lavoro di centinaia di centinaia di ricercatori e ricercatrici precarie.

Ancora una volta non si danno risposte anzi si alimenta ancora la precarietà, la stessa precarietà che affligge tutto il mondo del lavoro con pesanti effetti sulla società italiana, sulla qualità della vita e del lavoro delle persone ma anche sulla qualità dei servizi e della ricerca, e sulla tenuta del territorio e dell’economia.

Per queste ragioni la vertenza che i precari e le precarie stanno portando avanti è non solo una battaglia per il diritto al lavoro ma anche una battaglia per la costruzione di un Paese migliore, e per questo ci impegniamo a portarla anche in consiglio comunale: non solo si deve procedere alla stabilizzazione di queste persone, che rappresentano una risorsa importante, ma si devono prevedere anche investimenti adeguati, invertendo così la tendenza che vede l’Italia ad uno degli ultimi posti in Europa nel settore.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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