Proposta di atto di indirizzo sulla refezione scolastica

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Questa è la proposta di atto di indirizzo

PROPOSTA DI ATTO DI INDIRIZZO SULLA REFEZIONE SCOLASTICA

Tenuto conto che la Commissione mensa del Comune di Pisa si occupa di garantire una nutrizione corretta nelle scuole in cui viene messo in atto il servizio di refezione scolastica;

Tenuto conto anche che a tutela della salute dei bambini esistono Linee Guida Regionali e indicazioni dell’OMS; sono inoltre ormai disponibili importanti studi nutrizionali a supporto di una corretta alimentazione, che presenti in modo bilanciato tutti gli elementi necessari per una buona crescita;

Considerato che attraverso una corretta nutrizione si trasmette ai bambini e ai ragazzi non solo un gusto per il mangiare sano ma anche il rispetto per l’ambiente e la necessità di consumare quello che serve nelle quantità che servono, nel rispetto dei principi della sostenibilità per l’ambiente;

Considerato che i temi sopracitati sottolineano l’importanza della produzione di cibo a filiera corta e biologico, nel rispetto della stagionalità della produzione degli alimenti (con particolare riferimento alla frutta e alla verdura);

Preso atto degli articoli e delle lettere pubblicati sui giornali nelle ultime settimane in riferimento al servizio di refezione scolastica. Articoli e lettere che evidenziano punti di vista estremamente diversi, senza che però emerga un quadro chiaro e analitico della situazione che si prospetta con il nuovo capitolato per la gara d’appalto che si dovrà svolgere quest’anno. Infatti, il 30 giugno scadrà l’appalto attualmente affidato alla ditta Elior;

Preso atto che comunque non è chiaro se i genitori componenti la Giunta Esecutiva siano stati messi nelle condizioni ottimali per esprimere il proprio parere sul suddetto capitolato e sui menù, nonché per partecipare alle riunioni di approfondimento (ad esempio, l’incontro con il Professor Brunori). In ogni caso, in base agli elementi conoscitivi ad oggi disponibili per gli articoli e le lettere pubblicati, risulta non evidente che tutti gli alimenti posti a capitolato siano adeguati ai principi della sana alimentazione più sopra richiamati, né che siano sempre correttamente bilanciati;

Tenuto conto inoltre che il nuovo appalto avrà il valore di alcuni milioni di euro.

IL CONSIGLIO COMUNALE

dispone che il capitolato d’appalto per la refezione scolastica sia articolato sulla base dei seguenti criteri, in modo da garantire un’alimentazione corretta e sana ai bambini e ai ragazzi e da garantire ottimali condizioni di lavoro agli operatori e alle operatrici impiegati per la refezione scolastica:

  • rispetto delle linee guida di Regione Toscana, delle indicazioni dell’OMS e delle indicazioni risultanti dagli studi AIRC sul rapporto tra alimentazione e sviluppo dei tumori rispetto ai consumi di carni rosse e carni lavorate;
  • applicazione del collegato ambientale della legge di stabilità, capo IV, articoli 16-19 “Disposizioni relative al Green Public Procurement”, sulla qualità ambientale delle forniture secondo i Criteri Ambientali Minimi (CAM), per quanto prevede il D. Lgs. 163/2006 Codice dei contratti, con particolare riferimento agli articoli 75, 83, 68 bis;
  • estensione del regime attualmente previsto solo per i nidi a tutte le altre scuole, a partire dal biologico al 100%;
  • impiego di alimenti semplici, non precotti, freschi, di stagione, privi di OGM e additivi. Deve essere garantito l’equilibrio nutrizionale dei pasti, con adeguato impiego di proteine, carboidrati e vitamine, nobilitando la funzione di proteine vegetali e piatti unici e privilegiando la varietà dei cibi proposti, avendo anche cura di evitare raddoppi di contenuti proteici derivanti da accoppiamenti di alimenti contenenti proteine vegetali con alimenti contenti proteine animali;
  • impiego privilegiato di prodotti e varietà alimentari locali. Nel caso in cui non siano disponibili sul mercato locale quantitativi di alimenti sufficienti al fabbisogno delle mense, i prodotti devono essere acquistati sul mercato regionale, italiano o comunque comunitario privilegiando sempre la filiera più corta possibile. Non ci deve essere permeabilità nella filiera corta tra una tipologia di alimenti e l’altra (l’approvvigionamento deve esse mantenuto nelle medesime proporzioni delle diverse componenti).
  • predilezione di produttori locali a parità di prodotto certificato biologico;
  • variabilità delle ricette per presentare gli alimenti in modi diversi in modo da spezzare la monotonia e garantire una piena accettazione degli alimenti;
  • caratteristiche della merenda di metà mattina: deve essere frutta fresca di stagione, nel rispetto dei criteri della filiera corta;
  • eliminazione – a meno di casi eccezionali concordati con la giunta della commissione mensa – dei prodotti di pasticceria, insaccati, salumi, surgelati, bastoncini di pesce impanati, tortellini e tutte le paste ripiene industriali. Per quanto riguarda gli alimenti a base di uova, essi non devono essere somministrati qualora l’unica possibilità sia di utilizzare uova pastorizzate, mentre occorre usare uova fresche devono essere di categoria “0”. Anche in questo caso, eventuali eccezioni devono essere coordinate con la giunta della commissione mensa;
  • acqua da bere: la ditta appaltatrice ne fornirà in bottiglia solo negli asili e nelle scuole in cui l’adeguatezza dell’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico non possa essere garantita (il Comune dovrà indicare quali sono le scuole prima dell’inizio di ogni nuovo anno scolastico);
  • diminuzione degli imballaggi e differenziazione dei rifiuti;
  • valutazione degli scarti per valutare la correttezza dei menu e dotazione di bilance per in tutte le scuole per i controlli (come indicato al punto successivo);
  • controllo: il capitolato deve sottolineare esplicitamente che ci saranno controlli periodici, qualificati, indipendenti e pubblici, su tutte le caratteristiche presenti nel capitolato d’appalto: cibi, produttori, preparazione delle vivande, trasporto, compresa la biologicità. Tali controlli devono essere resi tempestivamente pubblici secondo un criterio di trasparenza. Il Comune deve controllare in maniera frequente, indipendente e trasparente;
  • garanzia di adeguate condizioni di lavoro: le lavoratrici e i lavoratori impiegati per la refezione dovranno essere in misura sufficiente a garantire condizioni lavorative che non comportino affaticamenti eccessivi.

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