Quel bollo da 16 curo chiesto ai poveri

TIRRENO PISA, pagina VII (L’intervento di Virgilio Barachini)
Dal 1° di ottobre nel Comune di Pisa le migliaia di inquilini indigenti che hanno problemi abitativi (senza casa propria, sfrattati, con affitti proibitivi, in alloggi impropri o malsani, in coabitazione o in sovraffollamento) potranno tentare la sorte per sperare di ottenere, nel 2015 e seguenti, l’assegnazione di un alloggio comunale presentando la domanda all’Ufficio Casa entro il 29 novembre 2013. Attualmente vi sono oltre mille famiglie nella graduatoria definitiva uscita dal bando 2011 e pubblicata a fine dicembre 2012; rna ad oggi soltanto 36 richiedenti hanno avuto l’assegnazione di un alloggio di risulta, cioè vecchio e restaurato alla meglio! Nonostante che normalmente solo un 10% (al massimo) dei partecipanti ai bandi di edilizia residenziale pubblica (Erp) abbia la fortuna di vedersi assegnato un alloggio popolare, per presentare domanda è stato deciso di fare pagare ai richiedenti 16 euro d’imposta di bollo.
L’Unione Inquilini ritiene questa richiesta non giusta, ma soprattutto antisociale, specie in un momento come questo di grave crisi economica che colpisce i ceti più deboli, in quanto, mentre tutti dovrebbero pagare il balzello, solo pochissimi concorrenti potranno ottenere una casa popolare dal Comune.
Gli amministratori del Comune di Pisa non si sono vergognati di pretendere questa imposta che finirà nelle casse dello Stato, non in quelle del Comune, carpendo 16 ? dalle tasche di famiglie indigenti.
Eppure, come hanno fatto, per esempio, i Comuni di Pontedera e Taranto, si poteva evitare l’imposizione dell’ingiusto balzello facendo riferimento al punto 8 del Dpr n° 642 del 1972, proprio in considerazione che la richiesta di una casa popolare trova minore soddisfacimento di una richiesta di beneficienza o di contributo all’affitto (per le quali non è previsto il bollo sulla domanda) perché, mentre il più delle volte, il sussidio viene erogato a tutti i richiedenti, pochissimi di quelli che faranno domanda di una casa popolare hanno speranza di ottenerla, perché gli amministratori del Comune di Pisa e dell’Apes SpA (ente gestore di tutti gli alloggi di Erp del Lode Pisano) in questi anni hanno fatto tante promesse che poi non si sono concretizzate in alloggi da assegnare. Al punto che ora oltre 100 alloggi popolari sono vuoti e tra i 180 alloggi da anni in costruzione, la maggior parte hanno cantieri fermi per fallimento delle imprese di costruzione.

Presidente dell’Unione Inquilini

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