San Piero, via allo smantellamento del reattore

NAZIONE PISA, pagina 13 (di FRANCESCA BIANCHI)
L’acqua presente nella piscina sarà «ripulita» e poi scaricata nel Canale dei Navicelli
O SMATELLAMENTO del reattore di San Piero a Grado entra nel vivo. Scatteranno da giovedì prossimo, 3 ottobre, le prime operazioni del complesso processo di depurazione delle acque radioattive. Una fase che durerà complessivamente 24 settimane durante le quali i liquidi presenti all’interno della piscina del reattore saranno distillati e analizzati per poi essere trasportati al depuratore di Pisa Sud e infine scaricati – come annunciato – nel Canale dei Navicelli senza costituire un pericolo.
LE PRIME acque “usciranno” dal Cisam verso Ospedaletto a metà novembre. A spiegare i vari passaggi di questa delicata operazione è l’ammiraglio Domenico De Bernardo, responsabile del procedimento: “In questi giorni abbiamo già messo in funzione l’impianto di depurazione utilizzandolo con acqua non contaminata. A partire da metà della prossima settimana partiremo con le acque della piscina che saranno distillate e travasate nei grandi recipienti disposti nel piazzale antistante il reattore. Container che hanno una capacità di 30 metricubi alla settimana. Da questi verrà prelevato un campione che sarà analizzato dall’Enea, l’esito arriverà dopo 30 giorni. Solo a quel punto potremo trasferire l’acqua al depuratore di Pisa Sud a Ospedaletto, operazione che avverrà quindi a metà novembre. Nel frattempo l’impianto continuerà ad operare senza interruzione con `viaggi’ settimanali verso Ospedaletto”.
ARRIVATA a destinazione l’acqua già distillata sarà riversata nella cassa di clorazione del depuratore “mescolandosi – spiega l’ammiraglio De Bernardo – ai restanti scarichi presenti. La portata del depuratore è di 300 metricubi al giorno, noi ne verseremo 4 al giorno. Il tutto accompagnato da un programma di sorveglianza ambientale rigoroso sulla cassa di clorazione, sul fosso di scarico e infine sul canale dei Navicelli”. A “guidare” tutto il procedimento c’è una formula di scarico, elaborata dalla Lainsa, la ditta spagnola che si è aggiudicata l’appalto da oltre 4 milioni di euro per il decommisioning. Formula che ha ricevuto anche il parere positivo dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale chiamato in causa dallo stato maggiore della Difesa e che consentirà di arrivare a un quarto della rilevanza radiologica, calcolata in condizioni estreme. “Si ipotizza cioè – afferma infine l’ammiraglio De Bernardo – che una persona faccia il bagno nei Navicelli, si nutra dei pesci pescati lì e si cibi dei prodotti dei campi irrigati con quelle acque”.

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