«Sapienza e Biblioteca Senza, la città muore»

LA NAZIONE PISA, pagina 4
Presto l’assemblea Nazione icG della Bup
VIBRANTI e addolorate le parole di Adriano Prosperi, ieri mattina alla Limonaia durante la lunga assemblea degli Amici della Biblioteca Universitaria. Studiosi, dipendenti della Bup e comuni cittadini hanno espresso, con la loro partecipazione, quel sentimento di prostrazione e incredulità cresciuto nei dieci mesi ora trascorsi dalla chiusura della Sapienza. Una chiusura che lo stesso Prosperi definisce «dolorosa ma non necessaria» perché effetto «di una volontà di spossessare la Bup da parte di chi, diversi mesi prima, aveva preso a lanciare, in via preventiva, segnali d’allarme». Prosperi, che ieri ha ceduto le consegne da presidente dell’Associazione a Chiara Frugoni, conduce una lucida analisi della situazione e con malinconico rammarico rammenta la Pisa che fu, quella «dei collegi e dei guizzi culturali ora sostituiti dalle ‘magnifiche sorti’ della Sesta Porta». Il grande intellettuale depreca la rapida mutazione della città nella quale «la chiusura della Sapienza segna la fine di un’epoca ed esprime la chiusura simbolica di una città alla sapienza». Annuiscono i grandi studiosi presenti e i molti dipendenti della Bup, fra i quali la direttrice Angela Marseglia e Alessandra Pesante (la ex direttrice).
IL LUOGO in cui Leopardi incontrò i grandi intellettuali e che illustri menti elessero a erede del proprio patrimonio librario è chiuso da dieci mesi sommerso dal silenzio degli accademici di oggi e degli studenti. Prosperi e gli Amici della Bup dichiarano la propria meraviglia di fronte alla rassegnazione di molti colleghi che dopo aver firmato la petizione (5000 firme in pochi giorni) per salvare la Biblioteca poco hanno fatto in concreto. Chiara Frugoni condivide con l’assemblea le forti perplessità sul futuroro di quel patrimonio composto da 600 mila libri, dei quali 20 mila soltanto troveranno ricovero nella sede provvisoria del San Matteo: «Uno spreco – prorompe la Frugoni – di danaro pubblico. Perché spendere 600 mila euro per il San Matteo, che è provvisorio, prima di avere i dati oggettivi della perizia?». E se interventi di consolidamento saranno necessari, «avvengano con i libri dentro il Palazzo, come è avvenuto in altri casi ben più gravi in Italia», conclude Frugoni. Fra i presenti anche i vertici di Sel (simonetta Ghezzani) e di Rifondazione e Una città in Comune. Francesco Auletta e Federico Oliveri denunciano la «cattiva gestione dei rapporti tra Università e Comune di Pisa e dell’opacità e autoreferenzialità dell’Amministrazione locale che, schermandosi dietro a un rimpallo di competenze, nulla ha fatto per favorire un autentico dibattito pubblico sulle sorti della principale biblioteca cittadina».
L’IDEA vagheggiata da tempo dagli stessi Amici della Bup sarà realtà nella prima settimana di maggio, grazie alla battaglia che La Nazione ha ingaggiato fin dal 29 maggio per la riapertura della Sapienza. Saremo infatti a fianco dell’associazione e inviteremo a un dibattito pubblico le istituzioni, gli studiosi, i cittadini e gli operatori di piazza Dante. Da oggi raccogliamo adesioni dal mondo politico e coinvolgiamo i candidati sindaco che risponderanno sulla Sapienza e sulla Bup, dove passato e futuro s’abbracciano nella memoria e ora minacciate dalla deriva culturale.

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