Slot machine, lo stop della Toscana

CORRIERE FIORENTINO, pagina 9
Una nuova legge – D’ora in poi potranno trovarsi solo a più di 500 metri dai «luoghi sensibili». Solo Taradash ha votato no in Regione
Mai più vicino a scuole, chiese, circoli giovanili, ospedali. E avvisi choc come sulle sigarette
Toscana in prima fila contro la ludopatia, il «virus» del gioco patologico che si diffonde soprattutto fra i giovani e tra le persone a basso reddito. D’ora in poi, vita dura per i business legati a macchinette e videopoker. Da ieri, la Toscana ha la sua legge per il gioco consapevole e la prevenzione della piaga legata al gioco compulsivo: il testo prevede una serie di stimoli e disincentivi economici per eliminare il problema alla radice. La norma è stata approvata dall’aula con 38 voti favorevoli e un voto contrario, quello di Marco Taradash (Pdl).
Ecco i provvedimenti «bastone e carota» che la legge mette in campo: la Regione concederà contributi agli esercizi commerciali e ai circoli che rimuoveranno dai locali gli apparecchi per il gioco – come slot e videopoker – mentre chi li manterrà dovrà pagare un’Irap maggiorata dello 0,1 per cento; nell’atto, si stabilisce il divieto di pubblicità dei giochi con vincite in denaro quando c’è incitamento al gioco; i gestori delle sale saranno tenuti ad esporre avvisi con i rischi connessi alla dipendenza da gioco; le Asl, d’accordo con i Comuni, dovranno organizzare corsi di formazione per personale delle sale ed esercenti «finalizzati alla prevenzione e riduzione degli eccessi del gioco patologico»; infine, sarà costituito un Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco, che dovrà monitorare e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione.
La nuova disposizione prescrive anche il divieto di aprire sale da gioco a meno di cinquecento metri dai luoghi sensibili: scuole, chiese, circoli giovanili e strutture sanitarie o socio-assistenziali. Un passaggio che ha fatto molto discutere e ha portato al voto contrario in aula di Taradash. Che spiega: «Capisco le buone intenzioni ma rimango perplesso di fronte a questo provvedimento che non è contro la ludopatia, ma contro le sale da gioco. In qualsiasi città del mondo – insiste il consigliere azzurro – ogni cinquecento metri troviamo sale da gioco. E poi si può giocare anche su internet».
La nuova disposizione non dovrebbe essere retroattive e inficiare l’attività delle case da gioco già aperte in città: ad esempio il «Sisal Wincity» inaugurato qualche mese fa in viale Giovine Italia a Firenze, che dista circa trecento metri dalla scuola media «Giosuè Carducci» di viale Gramsci, non sembra ricadere nel novero dei casi previsti dalla legge. Ma oggi non potrebbe più aprire.
Il testo è stato illustrato dal presidente della commissione Sanità Marco Remaschi (Pd) che ha ricordato come il provvedimento sia il frutto di un lungo lavoro che ha unificato ben quattro proposte di legge presentate sul tema dai consiglieri di Udc, FdI, Più Toscana e Pd. «I quattro atti – ha detto Remaschi – si presentavano unanimi nelle finalità». Di «buona legge» ha parlato anche il capogruppo FdI Giovanni Donzelli secondo cui «è ora di andare oltre l’ipocrisia, l’intervento deve essere a livello nazionale per cercare di evitare che dietro a queste attività ci sia il riciclo di denaro della malavita organizzata».

Giorgio Bernardinì

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