Società partecipate: un sistema di potere tra precarietà e mancanza di trasparenza

Mancanza di trasparenza e inadempimenti nella pubblicità degli atti secondo quanto previsto dalle norme, precarizzazione dei rapporti di lavoro con il ricorso alle più diverse forme di tipologia contrattuale, una modalità di gestione più privatistica che pubblicistica da parte degli amministratori. Sono questi alcuni dei principali dati e fenomeni che emergono dal bilancio consolidato 2015 che il consiglio comunale si appresta ad approvare.

Non si tratta di elementi episodici nè tanto meno slegati l’uno dall’altro, ma di un modus operandi che rientra all’interno di una linea politica ben precisa che il Partito Democratico sta portando avanti a livello sia nazionale sia locale.

Infatti, non è una caso che questi fenomeni si manifestano con maggiore accentuazione proprio in quelle società di cui il Comune detiene la maggiori quote, e i cui vertici sono nominati direttamente dal sindaco.

Il caso di Sepi o quelli della Navicelli Spa per quanto riguarda la gestione del personale sono emblematici. Nel 2015 Sepi, a fronte di una riduzione del personale assunto a tempo indeterminato,  ha assunto  ben 19 interinali (tutti tramite l’agenzia di lavoro interinale Atempo Spa):  15 dei 19 erano lavoratori già in servizio con contratti a tempo determinato presso Sepi o la sua controllata Sepi Service.

Ancora più clamoroso quanto accade alla Navicelli Spa dove a fronte  di una sola unità personale che risulta assunta con contratto a tempo indeterminato in realtà, per far andare avanti la società, lavorano altri lavoratori e lavoratrici con le più diverse forme di contratto: 4 lavoratori a progetto; 4 unità lavorative provenienti da Cubit per un progetto di ricerca che neanche dovrebbe più andare avanti, alcuni contratti di somministrazione in un numero non definito provenienti dalla TD Group. A questo si aggiunge che la Navicellli spa, a caso, non abbia adottato fino ad oggi il previsto “Regolamento per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo”.

Precarizzazione dei rapporti di lavoro e riduzione dei costi del personale sono gli assi portanti delle politiche occupazionali di queste società; quando, invece soprattutto in una fase di crisi economica è ancora più importante che il settore pubblico garantisca continuità di buona occupazione e che quindi le aziende partecipate dal Comune diano e creino buona occupazione evitando  le storture del ricorso alla precarietà dei rapporti occupazionali.

La stessa propaganda secondo la quale sarebbe conveniente da un punto di vista economico prendere gli interinali viene smentita seccamente dal “Referto sul controllo delle società partecipate, anno 2015″ redatto dall’Ufficio Partecipazioni del Comune di Pisa in cui si legge: “l’operazione potrebbe nel tempo non essere economicamente vantaggiosa dato che i contratti di somministrazione comprendono, oltre che allo stipendio del lavoratore, anche il margine per l’agenzia interinale”.

A questo si aggiunge che sono proprio società come la stessa Navicelli Spa e Pisamo che si distinguono per mancati adempimenti in termini di trasparenza e pubblicità rispetto a quanto previsto dalle norme vigenti. Un fatto che già nei mesi scorsi era stato denunciato dal Coordinamento Provinciale dei Libera in un monitoraggio effettuato sul sistema degli appalti e subappalti del Comune di Pisa e delle società partecipate. Ma se si guarda ad Apes, non può non saltare agli occhi il fatto che, nonostante sia un obbligo di legge, mancano sul sito tutte le informazioni sui beni immobili e la gestione del patrimonio.

Siamo di fronte,quindi, ad elementi sistemici che trovano responsabilità politiche di chi negli ultimi anni ha amministrato  questa città . Infatti, come denunciamo da tempo, il sindaco Filippeschi ha gestito le nomine dei vertici delle società partecipate, nonchè le stesse partecipate, come camera di compensazione per le tensioni interne al suo partito al fine di rimanere a galla. Malumori da sanare, strappi da ricucire, alleanze nuove e vecchie da siglare all’interno di un Pd sempre più dilaniato, si risolvono tramite questo strumento. Così si è costruito e si riproduce un sistema di potere in una città: prima Acque poi Pisamo e poi Sepi  e così via……l’elenco si allunga di società in società.

E’ quindi indispensabile una inversione di rotta a tutto campo sulla modalità di gestione delle società partecipate. Nel programma con cui ci siamo candidati alle scorse elezioni abbiamo sostenuto e oggi ribadiamo che occorre rendere pubblici i processi di selezione degli amministratori da nominare tramite specifici bandi, nei quali occorre prevedere condizioni di incompatibilità funzionale con tali incarichi, per evitare che le nomine siano semplicemente un passaggio delle solite persone da una società all’altra, la reiterazione senza limite nel numero dei mandati o che le nomine conseguano, come “naturale” passaggio, alla fine degli incarichi politici elettivi.

Inoltre in occasione dell’approvazione del  bilancio consolidato 2015 presenteremo un pacchetto di provvedimenti che vanno dalla tutela della occupazione di qualità al rispetto delle norme sulla  trasparenza da parte di queste società.

Pisa, 20/10/2016

Una città in comune

Partito della Rifondazione Comunista

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