Tante domande senza risposta

TIRRENO PISA; pagina VI
L’assessore Dario Danti ha trovato il tempo di andare in Sapienza. Pensate, a solo sei mesi dal suo insediamento e a diciassette dalla chiusura della Bibi ioteca! Ancora scioccato dal l’esperienza, ne ha parlato venerdì scorso in un programma radiofonico. Purtroppo non ce ne ha detto nulla, se non che ci sono tanti libri: si vede che non c’è abituato. Ah, ha ripetuto una notizia letta su Facebook, cioè che ci sono i condizionatori che sfigurano il palazzo: peccato che li abbia collocati non laBiblioteca Universitaria mala ex Facoltà di Diritto, sicché si capisce quanto stia a cuore del l’Ateneo – e del Comune, evidentemente – anche il decoro dei la Sapienza. Nient’altro. Dal l’assessore alla cultura di una città che si candida a Capitale europea della cultura,francamente, ci aspettavamo qualcosinadi più che la panzana dei condizionatori. Speriamo torni in Bibliotecaesi informi da altri piuttosto che dal proprietario dell’edificio. Anche solo dal suo col lega Andrea Serfogli, assessore al Bilancio, che mezz’ora dopo, nella stessa trasmissione, ha detto chiaro e tondo due cose ormai ovvie per tutti, e cioè che la biblioteca resta dov’è e che il ritardo della periziaè intollerabile. Ma se tutto va bene per l’assessore alla cultura, noi vorremmo capirci qualcosa di più. La Giunta condivide il rinvio da dieci giorni aventi mesi dei la consegna dellafamosa perizia? il Comune è disposto afinanziare il recupero della struttura, visto che l’Ateneo dice di non avere i fondi necessari? E perché dopo il terremoto del maggio 2012 Pisa non ha dichiarato lo stato d’emergenza per ricevere i finanziamenti straordinari per procedere al recupero degli edifici danneggiati dal sisma (pare, del resto, solo la Sapienza)? Che cosa ha intenzione di fare il Comune per sostenere l’ormai evidente sofferenza degli esercizi commerciali dellazona? I libri della Biblioteca devono restare in loco, e va bene: ma non vorrà il sindaco sollecitare presso il proprietario e responsabile del l’edificio, cioè l’Ateneo, la consegna della perizia e soprattutto la riapertura dei servizio ai cittadini, agli studenti e ai ricercatori? Possibile che non ci sia, non diciamo un progetto condiviso, ma neppure una dichiarazione di intenti, né da parte del sindaco o del l’assessore competente (nel senso, beninteso, che la cosagli compete), né da parte dei rettore del l’Università? Chi amministra questa città echi presiede lasuaazienda più importante, nonché proprietaria dell’edificio storico, ha una vaga idea di cosa fare della Sapienza? Perché non vuole dirla pubblicamente?

ChiaraFrugoni per Gli Amici della Biblioteca Universitaria Pisana

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