Totem multimediali: storia di un fallimento annunciato, tutti i i numeri del flop

Tre anni fa sostenevamo che i totem multimediali disseminati per la città erano un’impresa senza senso in epoca di app e di smartphone, ma anche uno spreco ingiustificabile: € 1.700.000 alle aziende Space di Prato, Inera di Pisa, Telnet System di Lucca e Jacini di Firenze, di cui 978 mila provenienti dai fondi PIUSS e 717 mila direttamente dall’amministrazione comunale. Una cifra enorme!

Oggi quei totem giacciono soli e abbandonati, non risultando utili nemmeno come cartelli pubblicitari, mentre le tradizionali bacheche di comunicazione sociale gestite dalle associazioni, che tanti cittadini (magari quelli meno avvezzi a usare il web) amavano consultare, sono state sfrattate.

Nei nove mesi trascorsi da gennaio a settembre 2016 solo qualche curioso, sparuto e impietosito, si è fermato a consultare gli schermi multimediali: meno di dieci visitatori al giorno per quelli del centro, una persona al giorno davanti a quelli di Piazza del Duomo, poco più di uno alla settimana in quello del parcheggio di via Pietrasantina.

I numeri, resi noti dal vicesindaco Ghezzi a seguito di una nostra interrogazione, raccontano il fallimento totale di questa costosissima iniziativa. Se poi si pensa che anche la vendita pubblicitaria è andata malissimo, con 10 pubblicità a pagamento di privati che passano a tutto schermo e una sola collaborazione attivata nel 2015 per un banner per 3 mesi, ci si chiede se qualcuno renderà mai conto di questo clamoroso flop e della spesa relativa. E cosa intende fare il Comune, adesso che l’affidamento all’associazione d’impresa che li gestisce è in scadenza?

I totem multimediali sono stati uno dei punti di forza della politica di promozione turistica a Pisa, e questo dice tutto. Ai turisti farebbe certamente più piacere trovare una degna cartellonistica, o aperto l’Info Point di Piazza del Duomo anche dopo le 15 nei mesi invernali, o ancor più trovare aperto e in buono stato di salute il complesso di San Francesco: finalmente la Soprintendenza ha dato avvio al restauro del tetto della chiesa, ma il chiostro versa ancora in una situazione drammatica. Appena qualche settimana fa l’assessore Serfogli approfittava della presenza di Vittorio Sgarbi per lanciare l’ennesimo appello alla ricerca di fondi, chissà se gli ha raccontato, tra le altre, la storia dei 717.000 Euro spesi per i pannelli multimediali.

Al di là delle trovate pubblicitarie, la promozione turistica è ben altra cosa.

Una città in comune
Partito della Rifondazione comunista

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