Una Città in Comune partecipa alla giornata di mobilitazione del 29 aprile a Pisa contro Renzi e il suo governo

Matteo Renzi arriverà in visita al CNR di Pisa il 29 aprile e noi saremo in strada per contestarlo.

Fin dal suo insediamento, il Governo Renzi si è connotato per applicare feroci politiche economiche e sociali in nome di un’austerity voluta dalle banche e dai poteri forti italiani ed europei. Un’austerity che spazza via i diritti e impoverisce le fasce sociali più deboli, determinando l’arricchimento di pochissimi e l’aumento della fragilità economica del Paese. Il “rottamatore” utilizza la stessa retorica degli ultimi governi di Centro-Destra, di Centro-Sinistra e di larghe intese, applicandone le ricette con una rapidità d’azione e di ricadute senza precedenti: in questo consiste la vera novità del suo governo.

Nel privato, Jobs Act e Decreto Poletti hanno esteso a tutti il modello Marchionne: zero diritti ai lavoratori, niente articolo 18, via il contratto a tempo indeterminato. Precarietà totale per chi lavora, salari sempre più bassi, massima libertà di licenziamento per le aziende. L’aumento tanto sbandierato di un’occupazione tutta precaria è solo l’effetto di un gigantesco regalo di miliardi di euro alle imprese che hanno assunto a queste condizioni: quando gli incentivi termineranno ci aspettiamo licenziamenti di massa.

Nel pubblico: migliaia di licenziamenti e pensionamenti senza nuove assunzioni, precarietà dilagante, tagli indiscriminati alla Sanità, allo Stato Sociale e alle municipalizzate. Un rinnovo del contratto che prevede solo 8 euro lordi dopo quasi 10 anni di blocco. Qui l’attacco è rivolto a lavoratori e lavoratrici così come a cittadini e cittadine. Un esempio? L’ennesima controriforma della scuola: invece di affrontare e risolvere i problemi causati dai tagli di fondi e personale degli ultimi anni, si impone un modello di scuola autoritario e gerarchico: presidi-padroni sceglieranno arbitrariamente chi insegna, determinandone anche lo stipendio. Investimenti in didattica e strutture (a parte quelli alle scuole private) che proverranno solo dalle imprese, con il serio pericolo che possano controllare la didattica e usufruire addirittura del lavoro gratuito degli studenti in azienda, spacciato per formazione. Dietro lo spot dell’assunzione dei precari c’è in realtà la stabilizzazione di una sola parte di essi mentre per tutti gli altri, che hanno portato avanti la scuola in tutti questi anni, c’è il licenziamento.

Sul fronte della ricerca: impostazioni verticistiche che favoriscono istituti – cosiddetti di eccellenza – con bilanci poco trasparenti e che rispondono direttamente al governo. Tutto ciò a scapito della ricerca svincolata dal potere politico, diffusa sul territorio e condotta oggi nelle Università e nel CNR.

Sul territorio: grandi opere e cementificazioni vendute come sviluppo mentre determinano nuove o più acute fragilità dei sistemi ambientali e favoriscono l’arricchimento di pochi privati accrescendo al contempo i rischi di un maggiore indebitamento pubblico.

Tutto questo in un quadro in cui si attaccano le fondamenta stesse della vita democratica con la controriforma costituzionale e la nuova legge elettorale: accentramento del potere politico, soppressione del carattere rappresentativo di un organo politico, distruzione dei principi di rappresentanza sanciti dalla Costituzione, distorsione delle funzioni della seconda Camera. Così Renzi colpisce al cuore la possibilità di incidere dal basso sulle scelte. Per non parlare di quanto è successo col Referendum sulle trivelle: mai si era visto nella storia repubblicana un tale impegno istituzionale per allontanare il rischio che i cittadini e le cittadine dicano la loro!

Davvero non sono poche né leggere le ragioni per cui saremo in piazza a Pisa venerdì 29. Invitiamo tutte e tutti a partecipare alla mobilitazione.

 

Una Città in Comune

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