Villa Madrè: occorre tutelare in primo luogo le famiglie

Finisce malissimo lo “scandalo” di Villa Madrè. Dopo annunci su annunci, e un percorso di gestazione costruito per mesi e mesi, nonostante numerose richieste di trasparenza a più riprese avanzate, il comune di Pisa ha chiesto ad Apes di annullare il contratto siglato ad aprile con Condotte.

Per un anno e mezzo si è lavorato ad un’operazione che è stata realizzata senza due requisiti che qualsiasi dirigente ed amministratore avrebbe dovuto verificare: l’azienda non ha mai registrato l’avvio dell’attività di “villa Madrè”, quindi non era possibile registrare un contratto con qualcosa che non esiste. Inoltre  lo stesso dirigente per le politiche abitative a gennaio, cioè 3 mesi prima della sigla del contratto, aveva prescritto la necessità di una gara pubblica: prescrizione che non è stata in alcun modo osservata.

Come è possibile che solo nel mese di agosto il segretario generale abbia sollevato queste illegittimità? Come è possibile che sia passato poi un altro mese e mezzo per arrivare alla decisione di annullare il contratto? A tutto questo si aggiunge che sono state siglate anche intese con il DSU e la Società della Salute per l’utilizzo di quello spazio che ovviamente decadono di conseguenza.

E’ evidente il fatto che ci siano delle responsabilità e che siamo di fronte ad un esempio di pessima amministrazione in cui le risorse pubbliche sono state mal gestite, tanto più a fronte del pagamento di  4 mesi di affitto per una struttura rimasta vuota.

Si tratta ora di tutelare in primo luogo le famiglie che oggi si trovano a Villa Madrè, individuando subito un’altra soluzione, e riutilizzare le risorse che erano state messe a disposizione per questa operazione per far fronte all’emergenza abitativa con percorsi chiari, partendo dal riutilizzo delle decine di proprietà pubbliche che ad oggi non sono utilizzate.

 

una città in comune

Rifondazione Comunista

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