Base militare: A Pisa arrivano i soldi per la guerra. La città risponderà anche questa volta con la mobilitazione

È di 20 milioni di euro la prima tranche di risorse che il Governo Meloni stanzia per la realizzazione della nuova base militare nel cuore del Parco di San Rossore. La decisione è contenuta nell’articolo 5 del DL infrastrutture approvato dal Consiglio dei Ministri di lunedì 24 giugno, in cui sono contenute le “Disposizioni urgenti per il completamento di interventi infrastrutturali per consentire la rapida e celere realizzazione di tre opere oggetto di commissariamento”.

In questo articolo si parla di 3 interventi:
1) il collegamento autostradale Cisterna-Valmontone;
2) la messa in sicurezza e l’ammodernamento del sistema idrico del Peschiera.
3) infine si legge: “la nuova sede dei reparti di eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, segnatamente del Gruppo intervento speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili, in Pisa, individuata quale “opera destinata alla difesa nazionale” (per il quale si autorizza una spesa complessiva di 20 milioni di euro)”.

Ecco le risorse iniziali che il Governo Meloni ha previsto per costruire la nuova base concepita dal Governo Draghi-Guerini (e che prevedeva un investimento complessivo di 190 milioni di euro) e proseguita dall’accordo trasversale tra il sindaco di Pisa Conti (Lega), il Presidente della Regione Eugenio Giani (PD), e il Presidente del Parco di San Rossore, Lorenzo Bani. Ad oggi non sappiamo quanto costerà complessivamente questa nuova infrastruttura che servirà a rendere Pisa ancora di più uno dei principali avamposti per la guerra del nostro paese, vista la presenza di Camp Darby e dell’Aeroporto militare. Una strategia di assoluta opacità che caratterizza l’operato di Governo, Regione e Comune dai primissimi giorni.

La cosa certa è che, come abbiamo ripetutamente denunciato sin dal primo decreto Draghi, si utilizzano decine di milioni di euro per la militarizzazione del territorio sottraendoli a quelle che sono le priorità sociali del nostro paese: la casa, il lavoro, il trasporto pubblico, la transizione ecologica, la scuola. Ed è quello che puntualmente sta avvenendo con finanziamenti che provengono non dal Ministero della Difesa, ma da quello delle Infrastrutture, aumentando così la spesa militare; proprio quel Ministero guidato dal Ministro Salvini che ha tagliato il fondo per la morosità incolpevole, dichiarando la guerra agli inquilini e ai movimenti per il diritto all’abitare.

E non è un caso che il primo ad applaudire a questa decisione del Governo e del suo Ministro sia proprio il leghista Conti. Altro che civico! Il sindaco stende i tappeti rossi per la nuova base, al pari di Giani e Bani, puntando sull’ economia di guerra per il nostro territorio, e spacciando il tutto con indegne logiche compensative, come se il tema della pace e della tutela ambientale fossero delle carte del Monopoli.

Vogliamo dire con chiarezza ancora una volta al Governo Meloni, a chi governa la Regione e la città di Pisa che quella base non si farà mai né a Pisa né a Pontedera né altrove. In questi 2 anni grazie alla grande mobilitazione popolare nata con il Movimento No Base, abbiamo smascherato questo piano della base e lo abbiamo già bloccato una volta, e così accadrà sull’ area del ex-Cisam nel cuore di una più vasta area del Parco che nel corso dei decenni la stessa Regione Toscana, l’UNESCO e l’Unione Europea hanno – indipendentemente tra loro – ritenuto meritevole di speciali misure di tutela (area interna del parco regionale, riserva della biosfera UNESCO e SIC-ZSC di Natura 2000).

Il clima internazionale di guerra, le enormi risorse economiche che tutti i paesi dell’EU e della Nato (ma non solo) stanno stanziando in armamenti, ci convincono sempre di più che oggi più che mai le nostre devono essere le parole della pace e del disarmo. Dobbiamo respingere a cominciare dai territori questa strategia di guerra che centrodestra e centrosinistra stanno ciecamente perpetrando.

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