Pisa, Città in comune

democraziakmzero.org (di FRANCESCO BIAGI)
Pisa, da un po’ di tempo a questa parte, è teatro di innovazione politica, i lettori di questo sito conoscono bene le vicende che hanno portato il Municipio dei Beni Comuni a “liberare” i 14 mila mq dell’ex Colorificio Toscano abbandonati all’incuria e di come questo collettivo viva costantemente come le foglie autunnali che descriveva nella sua poesia Ungaretti: in bilico, in attesa di uno sgombero, prima o poi.
Ma ora vi racconteremo di altro, un’avventura politica nuova. Come a Roma la candidatura di Sandro Medici sta sparigliando le carte della campagna elettorale, così a Pisa una lista di cittadinanza tenta di organizzare un’incursione eretica nelle stanze del consiglio comunale. La lista si chiama “Una città in comune” e fin dal nome che ha scelto comprendiamo come le stanze di Palazzo Gambacorti, sede del comune, siano state per troppo tempo chiuse, a volte – per gli attivisti che lo popolano con presidi e incursioni di vario genere – esse odorano come un armadio vecchio quando lo si riapre dopo qualche decennio. La città di Pisa infatti da tempo non entra più negli spazi “di quelli che stanno in alto” e un’ampia cittadinanza che si riconosce in un’autentica pratica della democrazia ha deciso di tentare di riaprire le finestre e arieggiare le stanze.
Il sogno della lista “Una città in comune” è stato anche quello di non aver timore di chiedere a Francesco Auletta, noto a tutti come Ciccio, attivista ed ex portavoce del Progetto Rebeldìa, di guidare questa esperienza politica come candidato a sindaco. Un’ampia parte della sinistra diffusa che in questi anni ha condotto una serrata opposizione alla giunta dell’attuale sindaco, Filippeschi, ha chiesto al Progetto Rebeldia la possibilità di avanzare questa candidatura “di servizio” riconoscendo al Rebeldia la grande importanza nel tessuto sociale pisano. Al nostro interno c’è stato un mese di discussione: abbiamo riflettuto sulla possibilità di “prestare” il “nostro” caro compagno Ciccio Auletta alla città che non si riconosce nelle grandi opere, nella speculazione edilizia e nel silenzioso razzismo che il Pd pisano in questi anni ha alimentato.
Molti erano i dubbi e le paure, soprattutto in una congiuntura in cui lo strumento della democrazia rappresentativa si sta sempre più svuotando di senso. Inoltre, già si prevedevano campagne “di fango” in cui i potenziali avversari avrebbero sicuramente detto “ecco, il centro sociale si trasforma in lista e si candida alle elezioni!”. Ma l’assemblea del Progetto Rebeldia ha scelto quel che abbiamo definito “un’incursione eretica”.
“Eretica” perché Ciccio, se diventerà sindaco, dovrà “comandare obbedendo”, come dicono gli zapatisti, ovvero rovesciare le pratiche nefaste che hanno distrutto gli strumenti della nostra democrazia e aprire le stanze del consiglio comunale a tutta la città che con lui “entrerà in comune”. “Eretica”, ancora, perché l’esperienza nata negli stabili dell’Ex Colorificio non sarà parte della campagna elettorale, rimarrà fuori e oltre la conta dei voti (coerentemente con lo spirito di autogestione ed autogoverno che l’ha contraddistinta) pur avendo un cuore che batte per Ciccio ,che in questi anni ha dato tutto a Rebeldia. “Eretica”, infine, perché la società civile e la cittadinanza attiva hanno riconosciuto un ruolo cruciale allo spazio sociale del Rebeldia, perciò hanno voluto dare un forte attestato di stima e sostegno chiedendoci “in prestito” Ciccio. E noi, come Progetto Rebeldia, non abbiamo voluto sottrarci, nonostante le titubanze suscitate da un sistema democratico in decadimento. Abbiamo deciso infatti che avremmo dato il nostro “permesso” a Ciccio di partecipare a questa corsa elettorale, ma rimanendone fuori, sottraendoci alle strumentalizzazioni e affidando Ciccio a quella parte di città che in lui crede.
La più grande ricchezza sarà la capacità di riuscire a connettere esperienze, storie, competenze diverse in un percorso in cui non esistono personalismi e dove tutti quelli che hanno saputo condividere in questi anni un’idea diversa di città possano sentirsi davvero a casa da protagonisti.
I primi passi di campagna elettorale sono consistiti nella sei tavoli di lavoro tematici (Economia e lavoro, saperi e culture, casa e diritti di cittadinanza, ambiente e territorio, municipio, beni comuni), che non esauriranno il loro compito il 27 di maggio (data delle elezioni) ma saranno assemblee permanenti durante la consiliatura, diventando una vera e propria guida per l’amministrazione della città. I tavoli avranno il compito in questa fase di produrre materiale di approfondimento e proposte concrete per definire il programma della coalizione (cui partecipa anche la lista cittadina di Rifondazione comunista).
A Pisa si profila una lista di chi in questi anni “non ha mai avuto parte” né dignità come persona che ha vissuto e tutt’ora vive la città.

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