Società della Salute: Bilancio in rosso e servizi a rischio. I Comuni non stanziano risorse necessarie, la Sds non usa i fondi a disposizione

1 milione e 400 mila euro: è questa la perdita previsionale del bilancio della Società della Salute, secondo quanto riferito dalla Direttrice della Società della Salute nella seduta della Seconda Commissione Consiliare che si è svolta ieri su nostra richiesta dopo che nei mesi scorsi avevamo denunciato questa situazione di emergenza.

Ieri finalmente abbiamo avuto un primo quadro della situazione anche se, non essendo ancora stato approvato il bilancio consuntivo andando anche oltre i tempi previsti a dimostrazione delle difficoltà esistenti, la perdita in termini definitivi è ancora da quantificare con certezza. La Direttrice da auspicato che alla fine questa sia minore di un milione e 400 mila euro ma comunque ha confermato che una perdita ci sarà e questo avrà pesanti ricadute sui servizi e quindi sulle persone più fragili. Per questo abbiamo chiesto che sia subito inviato a tutti i gruppi consiliari il consuntivo una volta approvato.

Come abbiamo denunciato in tutti questi anni, la crisi economica e sociale ha accresciuto esponenzialmente la povertà e non sono state investite le risorse necessarie a rispondere ai nuovi bisogni sociali.

In primo luogo, nei documenti allegati al bilancio è definito esponenziale l’incremento della domanda di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica, il servizio che prevede il supporto qualificato all’allievo/ a disabile o in stato di svantaggio: già le scuole hanno fatto sentire la propria voce qualche anno fa, quando al contrario i Comuni hanno provato ad intervenire non con aumenti ma con tagli alle risorse. Sono aumentati anche i costi delle strutture residenziali per minori che, come attesta la Direzione della Sds non sono costi preventivabili perchè spesso gli inserimenti sono disposti dai Tribunali. E poi ci sono altre spese, come quelle per le strutture per i disabili, tutte relative a servizi fondamentali che dovrebbero essere garantite apriori dai comuni, ma non a Pisa perchè i diritti non sono compatibili col bilancio

Questo è avvenuto perché per anni i Comuni della zona hanno previsto una quota capitaria ( la quota per abitante versata alla Sds per il finanziamento dei servizi sociosanitari) tra le più basse sul territorio regionale.

E come emerso nuovamente ieri così non si regge. Come si legge, infatti, nella relazione dei Revisori è necessario aumentare la contribuzione dei Comuni: “Tenuto conto dell’aumento generale dei costi e dei contratti collettivi intervenuti dal 2018 ad oggi, nonché dei fabbisogni espressi dal territorio, l’aumento che tecnicamente sarebbe necessario a regime è di complessivi 5,32 euro pro-capite, raggiungendo nel tempo una quota di 34,00 euro ad abitante”.

Si tratta esattamente di quello che da anni proponiamo e che per anni è stato ignorato prima dal centrosinistra e ora dal centrodestra e continua ad esserlo anche oggi.

Infatti la cosa gravissima è che il Comune di Pisa, al pari degli altri comuni, come dichiarato esplicitamente ieri dalla assessora Bonanno, si oppone a questo aumento mettendo a rischio così anche per il 2024 il mantenimento dei servizi .

A fronte di una situazione così pesante ed evidente la destra preferisce continuare la propaganda della sua carità pelosa, attuata attraverso i bonus distribuiti a pioggia: meglio i voucher dei servizi, continuando a sprecare denaro pubblico con operazioni inefficaci come i bonus, e aumentando a dismisura la spesa per l’albergazione, oltre 1 milione e 400 mila euro nel 2024, al posto di dare le case.

Ma oltre alla voragine del dislivello tra i bisogni della popolazione e l’esiguità delle risorse è venuto alla luce un problema altrettanto grave.

La Direttrice ha riferito che con l’assetto attuale, la Società della Salute non è in grado di fare la programmazione, allocando e ottimizzando le risorse. Un esempio è dato dal fatto che, in base a quanto riferito dalla stessa Direttrice, negli ultimi 2 anni la Sds non ha speso le centinaia di migliaia di euro (400 mila per il 2022 e altrettanto per il 2023) del Fondo ministeriale povertà. Un fatto scandaloso di cui il Presidente della Sds e tutti i Comuni devono rispondere alle cittadine e cittadini.

Ma non solo, ha spiegato che se da un lato le professionalità in grado di intercettare finanziamenti e progettare nuove soluzioni non ci sono più, dall’altro è dovuta intervenire tagliando su consulenze non utili.

E’ saltato l’Ufficio di Piano, e con questo, la programmazione, la verifica ed il monitoraggio di bisogni, obiettivi e risorse. E sarà sempre peggio, perché continua l’emorragia di personale, visto che nella Commissione si è scoperto che oltre alle tre funzionarie della Sds richiamate dal Comune negli anni scorsi, è previsto il richiamo di un’altra unità lavorativa.

In occasione della variazione di bilancio che si discuterà lunedì 24 giugno in Consiglio comunale torneremo alla carica con una serie di emendamenti e di ordini del giorno, sulla linea di quelli presentati a maggio e bocciati dalla destra, sia per l’aumento della quota capitaria da parte dei Comuni sia per l’efficientamento della Sds, cosa che chiediamo da anni e anni sulla base anche delle indicazioni della relazione redatta dalla Fondazione Zancan.

Riteniamo parimenti grave che di tutta questa situazione finanziaria che mette a rischio i servizi il Presidente della SdS, l’ex-Sindaco di San Giuliano Di Maio, e tutti i Comuni a partire da quello di Pisa con il sindaco Conti e l’assessora Bonanno, abbiano taciuto per mesi e mesi e che ancora una volta solo grazie alla nostra azione di controllo questa vicenda emerga e sia al centro del dibattito politico.

E’ importante che la comunità sappia che al di là della propaganda del welfare della carità, il rischio concreto è che si tolgano diritti dando il colpo di grazia al già fragile servizio pubblico. Da qui le nostre proposte per rimettere al centro i diritti finanziando adeguatamente i servizi fondamentali per la dignità di tutte e tutti.

Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune

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