Monitoraggio dell’inquinamento, è ora di agire: la nostra analisi e le nostre proposte concrete

Che aria respiriamo a Pisa? Le istituzioni non ce lo vogliono dire, ma ci possiamo pensare noi!!!

Quando si parla di qualità dell’aria a Pisa dobbiamo sempre pensare una cosa: la fortuna di essere vicini al mare e di godere delle brezze che cambiano l’aria anche quando non ci sono perturbazioni.
Grazie a questi fenomeni infatti, ci troviamo raramente in situazioni gravi come nella piana di Lucca o in quella fiorentina, o addirittura come in Pianura Padana.
Questo però non ci esime dal preoccuparci della qualità dell’aria in città e delle condizioni di salute della cittadinanza, anche perché abbiamo altri fattori di rischio che destano preoccupazione come diverse arterie di attraversamento che passano dall’abitato e il forte pendolarismo ad entrare in città.
Infatti le condizioni particolarmente favorevoli, non hanno impedito che negli anni anche a Pisa si verificassero sforamenti dei limiti previsti dalla legge e che scattassero misure estreme come il blocco del traffico (le mitiche targhe alterne!). Misure che come ormai sappiamo hanno un’efficacia limitata sopratutto se praticate a spot di pochi giorni.
Quando la rete di centraline di proprietà della Provincia era ancora attiva, erano diversi i punti critici che facevano “suonare l’allarme” in città: in particolare quelle di P.za del Rosso (via del Borghetto) e di Oratoio, sono sempre state le più critiche. Ma anche quelle di P.za Guerrazzi e Via Conte Fazio non erano da meno.
Gli sforamenti erano all’ordine del giorno (soprattuto nei periodi di alta pressione invernale) e conseguente l’allarme in città era piuttosto elevato.
Poi è successo che nel 2011, in applicazione della legge nazionale e comunitaria, la Regione ha implementato un sistema unico regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, gestito da Arpat, che si appoggia su un numero inferiore di centraline e su modelli di simulazione della diffusione degli inquinanti. Questo comporta senza dubbio una maggiore omogeneità a livello regionale, probabilmente qualche risparmio, ed è più efficace nell’individuare le “aree di superamento” che travalicano i confini amministrativi, da sottoporre a obblighi dei legge come la redazione dei PAC (Piani di Azione Comunale per il miglioramento della qualità dell’aria).
Ma il problema è che questo nuovo sistema ha invece sottratto molto alla conoscenza puntuale e reale dell’aria respirata dai cittadini. Non si è più in grado, cioè, di individuare situazioni di inquinamento particolarmente critiche, legate a situazioni particolari per traffico, esposizione, conformazione geografica… Situazione che magari al livello regionale possono esser di poco conto, ma che per i cittadini che vi abitano sono di vitale (è proprio il caso di dirlo) importanza, e per le amministrazioni sono molto utili per implementare politiche più efficaci di mitigazione del problema.

Per queste ragioni non ci siamo mai arresi e abbiamo promosso, ormai da diversi anni, una campagna per spingere l’amministrazione a installare a proprie spese nuove centraline che vadano oltre a quelle regionali.
Fin dal 15 Gennaio 2015, con la mozione d’iniziativa popolare “Ripristino del monitoraggio della qualità dell’aria a Porta a Mare” approvata dal Consiglio comunale, abbiamo chiesto di ripristinare le centraline a suo tempo rimosse, a partire dalle situazioni più critiche di Porta a Mare e Riglione-Oratoio. Abbiamo ricevuto rassicurazioni e atteso, è cambiata anche amministrazione, ma non il risultato. Le centraline in città sono sempre soltanto due.
Per questo abbiamo deciso di muoverci in prima persona, e quando Legambiente a lanciato la campagna di monitoraggio dal basso abbiamo aderito con entusiasmo. Grazie a delle semplici centraline di monitoraggio, che non saranno precise come quelle di Arpat, ma sono comunque molto affidabili ad un livello più che sufficiente per lo scopo di tenere sotto controllo la qualità dell’aria e segnalare le situazioni più critiche.
Abbiamo voluto sperimentare la cosa presso la nostra sede, e i risultati sono incoraggianti in termini di affidabilità del dato ma purtroppo non lo sono per niente in termini di qualità dell’aria rilevata.

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