7 milioni al voto Il test delle città

venerdì
8 giugno 2018
Testata:
CORRIERE DELLA SERA
Pagina:
11

Uniti al governo, rivali alle Amministrative. È il paradosso di M5S e Lega, che dopo aver chiuso il sofferto accordo per sostenere l’esecutivo del premier Giuseppe Conte, domenica (si vota dalle 7 alle 23; i ballottaggi si terranno il 24 giugno) si batteranno l’uno contro l’altro per conquistare la guida dei 761 Comuni (20 sono capoluogo) per i quali 6,7 milioni di italiani sono chiamati a scegliere il sindaco. In alcune città chiave come Siena (simbolo del crollo di Mps), nonostante il boom del 4 marzo, il M5S ha anche rinunciato a presentare un proprio candidato sindaco. E il primo test politico nelle città per i due partiti di governo. In molti casi la Lega è alleata con Forza Italia, in altri va da sola. Per il Pd, infine, è quasi un test di «sopravvivenza».

LOMBARDIA.

Il Carroccio a Brescia corteggia il Movimento per il secondo turno
Brescia stasera ci sarà anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini a chiudere la campagna elettorale di Paola Vilardi. L’avvocata di FI, 54 anni, è la candidata sindaco del centrodestra e dietro lo slogan «più sicurezza e meno clandestini» prova a spodestare il primo cittadino uscente, il 52enne pd Emilio Del Bono (con il centrosinistra unito) che si ripresenta per completare il «percorso di rigenerazione urbana» (bonifiche in primis) puntando molto sul civismo («siamo il partito della città» ama ripetere). Tra gli altri sei candidati sindaco Guido Ghidini dei 5 Stelle, corteggiato dalla Lega in vista del ballottaggio. Domenica si vota in un altro capoluogo lombardo, Sondrio. Anche qui è sfida tra il centrosinistra uscente (candida Nicola Giugni) e centrodestra (Marco Scaramellini).
I Comuni al voto in Lombardia, di cui 12 sopra i 15 mila abitanti. Tra le città interessate anche Brescia e Sondrio. Sono 694 mila gli elettori totali
Pietra Goriani

VENETO

Vicenza e Treviso, fortini sotto assedio L’assalto della Lega
i Comuni in cui si vota domenica in Veneto(10 sono quelli oltre i 15 mila abitanti e due
i capoluoghi, Treviso e Vicenza). I votanti veneti in totale sono 525 mila
IL «governo del cambiamento» ha appena dato al Veneto tre ministri di peso: Riccardo Fraccaro, Erika Stefani e Lorenzo Fontana. E sono due le sfide su cui sono puntati i riflettori: Vicenza e Treviso. Le città, accomunate dal crollo delle banche popolari (Popolare di Vicenza e Veneto Banca), sono entrambe un fortino dem nel mare di Comuni leghisti. Vicenza esce da io annidi governo di Achille Variati, uomo forte del Pd. Le primarie hanno indicato come successore Otello Dalla Rosa, che deve vedersela con Francesco Rucco del centrodestra. Il M5S, che a Vicenza si è impegnato contro Pfas e Tav, è stato costretto al ritiro della lista dopo il veto di Di Mato. A Treviso in corsa un altro sindaco dem, Giovanni Manildo, che cinque anni fa sconfisse Gentilini. Ora a sfidarlo c’è Mario Conte, con un padrino importante: il governatore Luca Zaia.

Sara D’Ascenzo

EMILIA-ROMAGNA
Il centrosinistra è unito Ma i giallo-verdi possono espugnare la rossa Imola
I Comuni chiamati al voto in EmiliaRomagna: solo due sono oltre i 15 mila abitanti. Uno di questi è Imola che può diventare un caso. Sono 120 mila i votanti totali
In Emilia-Romagna sono due i Comuni sopra 115 mila abitanti dove si vota: Salsomaggiore e Imola, anche se è interessante pure la sfida di Brescello, il paese di Don Camillo e Peppone che torna al voto dopo essere stato commissariato per mafia. L’unica partita con un rilievo nazionale è però quella di Imola, dove a chiudere la campagna elettorale della candidata del Pd, Carmen Cappello è arrivato l’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. La partita è rilevante, perché in una città di 7o mila abitanti da sempre «rossa», Lega e M5S, se dovessero convergere al secondo turno, possono conquistare il Comune. Imola è anche il primo caso in cui si ricostruisce il centrosinistra uscito distrutto dalle Politiche: Mdp, il partito di Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, qui ancora popolari, ha deciso di confluire sul candidato del Pd.

Olivio Romanini

TOSCANA
Per i dem è una sfida di sopravvivenza M5S rinuncia a Siena
I Comuni chiamati al voto in Toscana: di questi 6 hanno più di 15 mila abitanti e sono capoluoghi (Massa, Pisa, Siena). Gli elettori toscani sono in totale 319 mila
Per il PD ed il centrosinistra, nella fu «rossa» Toscana, il voto nei Comuni si è trasformato in una sorta di prova di sopravvivenza. Per il centrodestra è l’occasione per proseguire l’avanzata. Mentre per Il M5S, che ha rinunciato a correre in avamposti simbolo come Siena e Pisa, è un’occasione persa. Nelle ultime tornate Amministrative, il Pd ha perso tutto o quasi: Livorno, Arezzo, Pistoia, Carrara, Grosseto. E le divisioni nel Pd, domenica, mettono a serio rischio anche due roccaforti come Siena e Pisa. I risultati di questa tornata, a ridosso del boom del M5S, incideranno non poco sulle strategie del centrosinistra in vista della battaglia chiave del 2019, quando si voterà per eleggere il sindaco di Firenze: Dario Nardella tenterà il bis nella città simbolo del renzismo, ma non sarà affatto una passeggiata.
Claudio Bozza

SICILIA
Bianco corre a Catania senza il simbolo del Pd Dopo l’exploit 5 Stelle
I Comuni al voto in Sicilia: 19 sono oltre i 15 mila abitanti e 5 i capoluoghi (Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani). I votanti sono 1,6 milioni
Si vota in 137 comuni della Sicilia. Massima attenzione per l’elezione dei nuovi sindaci a Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani, dove si vince al primo turno superando il 40%. Difficili i pronostici. Soprattutto a Catania dove l’uscente Enzo Bianco, ex ministro dell’Interno, si ricandida, senza il simbolo del Pd, insidiato da concorrenti forti, a cominciare dal deputato Ue forzista Salvo Pogliese, sostenuto dalla Lega con un centrodestra compatto. Incerta anche Messina, dove cerca la riconferma il sindaco in tshirt Renato Accorinti. Qui il centrodestra presenta FI e Lega a sostegno di Dino Bramanti, contro Antonio Saitta, centrosinistra. Sulla corsa campeggia l’incognita dei 5 Stelle, che il 4 marzo hanno sfiorato spesso il 50% dei voti: con il 47,58% di Catania che incoraggia Giovanni Grasso e il 45,3 di Messina Gaetano Sciacca.

Felice Cavallaro

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