A Pisa, la Casa dei padri separati

Come prevedibile, non basta che al governo non ci sia più Salvini perché le tentazioni patriarcali e oscurantiste presenti nel Paese si quietino. In primo luogo perché certi personaggi che nei mesi scorsi hanno animato le cronache con le loro proposte misogine siedono ancora in Parlamento, dove continuano a perorare le loro idee. In secondo luogo perché, purtroppo, tali tentazioni sono profondamente radicate in certi ambienti cattolici ortodossi e in quanto tali sono, a volte più attenuate a volte meno, trasversali agli schieramenti politici. La destra ne è perfettamente consapevole e cerca di approfittarne appena possibile.

Prova ne è il seminario di formazione sull’affido condiviso, organizzato dalla Camera Civile di Parma, alla presenza tra gli altri del senatore Pillon, primo firmatario del tristemente famoso disegno di legge a suo nome. Una sorta di ritorno sul luogo del delitto, si potrebbe commentare. Il seminario sta scatenando accese e giustificate critiche; in particolare, il coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna ha espresso “sconcerto” per l’iniziativa, visto che il senatore non ha mai fatto mistero dei suoi propositi oscurantisti nei confronti dei diritti delle donne. Anche di quelle che subiscono violenza. Il fatto poi che il suo intervento avvenga in un consesso di avvocati rende la vicenda ancora più grave.

A Pisa comunque non siamo rimasti indietro. Lunedì 11 novembre si è svolto infatti il convegno, organizzato dall’Unione dei Giuristi Cattolici Italiani, dal significativo titolo “I genitori e la casa nella crisi della famiglia”. Al convegno, manco a dirlo, hanno preso parte esponenti politici della maggioranza di destra, tra cui lo stesso sindaco. Anche in questo caso si trattava sulla carta di un momento formativo. Cosa che peraltro sarebbe bastata per rendere il convegno quanto mai inopportuno, vista la sottostante matrice ideologica. Tuttavia c’è di più.

Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Buscemi, che peraltro si è già fatto notare lo scorso anno per essere stato il promotore della mozione che imponeva la presenza del crocifisso nelle sale comunali (non proprio un paladino della laicità, diciamo), si è affrettato infatti a sottolineare che il convegno, di cui risulta tra i promotori, era in qualche modo preparatorio ala realizzazione della “Casa per i padri separati”, progetto su cui insiste da diverso tempo e che ha trovato l’avallo due anni fa, quando il Consiglio comunale a maggioranza centrosinistra votò per il suo compimento.

Ancora una volta, il criterio guida delle politiche sociali a Pisa è dunque l’ideologia e la propaganda. Come ben rileva la Casa della Donna, quali sono i bisogni osservati, le emergenze rilevate, le priorità emerse? Noi fuori dai proclami, abbiamo consultato l’Istat, che non avvalla la narrazione dei poveri padri messi sul lastrico. Certo, la separazione è un evento che produce povertà, ma per tutti ed in particolare per le donne.
E interessante citare qualche dato: solo il 59,2% delle separate lavora contro l’82% dei separati. Le donne in povertà assoluta sono il 12,7% e il valore è ancora più alto se vivono sole e con figli: 18% .Inoltre il 75% dei padri separati non è in regola con il versamento dell’assegno.
Assessora, Sindaco, Consigliere Buscemi: prima di stanziare cifre di propaganda a sostegno di servizi di propaganda, promuovete uno studio serio sulla povertà e sugli effetti che ha la separazione su uomini e anche su donne: fatelo scientificamente e rivolgetevi a chi da anni lavora su questo campo. Potreste avere delle sorprese…

Diritti in comune (Una città in comune, Rifondazione comunista, Pisa Possibile)

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