Accogliere le vittime del terremoto in Siria e in Turchia: comunicato stampa di Una città in comune

Accogliere uomini, donne e bambini vittime del terremoto in Siria e in Turchia, coinvolgendo le comunità migranti curdo-siriane e curdo-turche presenti sul territorio locale e provinciale: è questa la proposta lanciata oggi dalla lista “Una Città in Comune” e dal suo candidato Sindaco Francesco Auletta.

Nel mese di Febbraio, la Turchia e la Siria sono state colpite da uno degli eventi sismici più violenti e distruttivi della storia recente: gli esperti parlano di una potenza pari a cento bombe atomiche, e di una scossa cinquecento volte più forte di quella di Amatrice del 2016. Le zone colpite sono i territori del Kurdistan turco, e quelli del Nord-Est della Siria: aree già martoriate dalla pluriennale guerra siriana, dalle sanguinarie azioni delle milizie jihadiste dell’Isis e dalle persecuzioni del regime dittatoriale di Erdogan in Turchia. Non stupisce che in queste settimane i soccorsi – pochi e male organizzati – arrivino a rilento, e che la popolazione sia oggi allo stremo.

Noi vorremmo che la città di Pisa si adoperasse per garantire solidarietà e aiuto concreto alle popolazioni martoriate dal terremoto. Nel nostro territorio vivono da anni alcune famiglie curdo-siriane e curdo-turche: molte di loro hanno genitori, parenti, amici o vicini di casa che hanno subito gli effetti drammatici del sisma, e che oggi si trovano sfollati, senza casa e spesso senza alcuna assistenza.

Il “decreto Salvini” del 2018 ha esplicitamente previsto il «permesso di soggiorno per calamità» ma ha “dimenticato” di introdurre un «visto di ingresso per calamità»: in altre parole, le vittime di un terremoto possono avere un permesso di soggiorno se sono già in Italia, ma non possono entrare nel nostro Paese se si trovano all’estero. Per chi oggi vive da sfollato in Turchia e in Siria, l’unico modo per usufruire del «permesso di soggiorno per calamità» è quello di entrare in Italia con un visto turistico: ma il visto turistico è pressoché impossibile da ottenere, perché le Ambasciate italiane richiedono cospicue garanzie economiche.

Noi proponiamo che il Comune di Pisa si faccia garante dell’ingresso di alcune famiglie vittime del terremoto, in modo da consentire il loro arrivo in Italia e la loro successiva regolarizzazione. Proponiamo inoltre che il Comune predisponga idonee strutture di accoglienza dove ospitare i nuclei familiari.
Le strutture dovrebbero rispettare gli standard previsti dalla Rete Sai (il sistema di accoglienza pubblico per i richiedenti asilo e i rifugiati), e potrebbero poi diventare dei Centri Sai. Il Comune dovrebbe infatti tornare ad aderire alla Rete Sai, da cui è improvvidamente uscito nel 2019.

Se amministreremo questa città, uno dei nostri primi atti amministrativi sarà proprio l’adesione al Progetto Sai, e l’allestimento di strutture di accoglienza destinate a profughi, richiedenti asilo e migranti.
Le collettività curde, turche e siriane presenti sul territorio potrebbero svolgere funzioni preziose nel percorso che immaginiamo. Proponiamo perciò di coinvogerle dall’inizio, sia nell’individuazione e selezione dei beneficiari, sia nei percorsi di inserimento sociale e lavorativo dei nuovi arrivati. Non a caso, la proposta che oggi avanziamo è stata discussa e condivisa con i migranti curdi, siriani e turchi residenti a Pisa.

Presentiamo oggi alla stampa il nostro progetto di massima. Nella prossima consiliatura, presenteremo poi una proposta di delibera al Consiglio Comunale, che ci auguriamo possa essere sostenuta e votata anche dalle altre forze politiche.

Una Città in Comune
Pisa, 19 Aprile 2023

Vedi il documento di presentazione del progetto

 

 

 

Ascolta le motivazioni del progetto

Condividi questo articolo

Lascia un commento