Acque SPA aumenta le tariffe e distribuisce utili ai soci privati. Ma l’acqua non è una merce. È un diritto.

Nel 2013 Acque SPA ha incassato dalle nostre tariffe 110.642.913 di euro, chiudendo l’anno con un utile netto di 6.596.531 di Euro, accrescendo il patrimonio netto a 76.718.403 milioni di Euro.

Dal bilancio 2013 dell’azienda è possibile rilevare che sono stati distribuiti i dividendi ai soci (45% privato, 55% pubblico) per circa 1 milione di euro.
Un fatto che stride con la decisione di aumentare le tariffe 2014 e del 2015 del 6,5% (piu di 7 milioni di euro). Per di più in un territorio dove la bolletta è la più cara d’Italia e dove non si tutelano per niente individui e famiglie che si vengono a trovare nella condizione di non poter pagare le utenze, anzi si minacciano e operano distacchi e sospensioni del servizio (nel biennio 2012-2013 si contano 1637 sospensioni e 330 distacchi per morosità).

Il tutto è invece in perfetta sintonia con le logiche del mercato, nel quale le merci devono generare profitto.
Un teorema nascosto dietro la necessità di fare investimenti per migliorare la rete idrica, sulla scorta del quale i nostri amministratori votarono nel dicembre 2011 , senza consultare i consigli comunali ed i cittadini, l’estensione della concessione del Servizio Idrico Integrato ad Acque SPA fino al 2026.
Vista la foga con la quale viene agitato lo spauracchio degli investimenti urgenti necessari, sarebbe utile ed interessante sapere perché Acque Spa non è riuscita a realizzare ben 31 milioni di Euro di investimenti già programmati prima del 2014 e perché nel piano di investimento 2014-2021 trovano spazio voci di spesa non inerenti al miglioramento della rete idrica, ma bensì a quello del valore aziendale.
Vediamo di cosa si tratta:
– 4.410.000 di euro per software e sistemi informatici (quasi 2 milioni di euro erano già stato spesi nel 2013)
– 1.480.000 di euro per la cartografia (mappe)
– 2.160.000 di euro per l’acquisto di attrezzature e arredi sedi ed impianti.
– 1.800.000 di euro per Acquisizioni sedi e fabbricati
– 1.030.000 di euro per acquisto automezzi

Si deve rilevare che queste scelte incidono sul patrimonio aziendale da riscattare, facendo aumentare i costi per la ripubblicizzazione e dando enormi vantaggi economici a quei privati (in primis ACEA e SUEZ) che mirano al realizzazione del gestore unico per la nostra regione.
A sostegno dei dubbi sull’effettiva efficacia degli investimenti operati per migliorare la rete arrivano i dati del 21° report di Legambiente Ecosistema Urbano: il dato sulla dispersione della rete idrica di Pisa sale al 40%, in netto peggioramento rispetto all’ultimo dato disponibile che è datato 2009 e si attesta al 34%.

Condividiamo la necessità di effettuare investimenti per migliorare la rete idrica, la rete fognaria ed il servizio di depurazione, ma ribadiamo la necessità di un cambio di rotta sulla gestione dell’acqua, che non è una merce ma bensì un bene comune fondamentale per la vita e quindi deve essere gestito nella maniera più partecipata e trasparente possibile.

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