Ad un anno dalla introduzione del Daspo urbano solo propaganda e repressione

Poco meno di un anno fa, la maggioranza di centro-sinistra, sotto la diretta spinta del sindaco del Pd, Marco Filippeschi, approvava in applicazione al decreto Minniti Orlando la modifica del Regolamento della polizia municipale, introducendo i cosiddetti “ordini di allontanamento”, ossia i Daspo urbani: un provvedimento accolto con il plauso della destra e del Movimento 5 Stelle.

L’approssimarsi delle elezioni amministrative evidentemente imponeva una stretta sull’approccio securitario, in modo da presentarsi in campagna elettorale ‘alla pari’ con la destra.

Ma quali sono i risultati a distanza di un anno?

Dalla risposta scritta, ricevuta ad una nostra interrogazione, si scopre che la Polizia Municipale in un anno ha disposto 62 ordini di allontanamento, ossia 62 Daspo, dei quali più della metà per presunti “impedimenti all’accesso e alla fruibilità delle infrastrutture”.

Cosa significa concretamente impedire l’accesso e la fruibilità delle infrastrutture?

Non significa altro che sdraiarsi sulle panchine, nei giardini pubblici, sulle spallette, sui gradini dei palazzi, oppure come esplicitato nella risposta fornitaci “depositare involti e oggetti di qualsiasi specie sui gradini dei monumenti, sulle soglie e sui davanzali o i muriccioli degli edifici”.

Degli altri Daspo ad esempio, poi, 7 sono per “manifesta ubriachezza” e 3 “perché ci si sdraiava sotto la galleria bevendo alcol”.

Siamo di fronte a casi che nulla hanno a che fare con la tanto decantata sicurezza. Si sono colpite, con le conseguenti limitazioni sulla libertà individuale, persone particolarmente vulnerabili, che cercavano un ricovero la notte e a cui lo stesso comune non ha dato alcuna risposta per affrontare il disagio sociale. L’obiettivo era solo quello di allontanarli dal centro-vetrina e spingerli nelle zone delle città dove il daspo non si applica.

A distanza di un anno il centro-sinistra non amministra più la città, a riprova che non basta inseguire la destra sul terreno securitario per riguadagnare il consenso perso. Pisa è ora governata dalla maggioranza leghista del sindaco Conti, che nelle scorse settimane ha emanato un’ordinanza copia-incolla del regolamento di polizia urbana già in vigore. Tale ordinanza, infatti, è in perfetta continuità con l’iniziativa repressiva della precedente amministrazione, di cui semplicemente allarga i confini sempre nellìambito del centro storico. Anche le multe sono le medesime già previste nell’applicazione del decreto Minniti.

E mentre va in onda una continua ed incessante propaganda, con sicurezza e decoro quali uniche parole d’ordine, nulla fa questa amministrazione, come del resto la precedente, per affrontare in modo strutturale le diseguaglianza sociali, che anche nella nostra città si manifestano con sempre maggiore intensità, o per migliorare la qualità della vita nei quartieri.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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