Aeroporto militare: furono fatti tutti i dovuti controlli sul materiale della ditta Lerose?

Ormai è accertato che diverse migliaia di tonnellate di materiali contenenti quantità di cromo superiori ai livelli previsti dalla normativa sono state utilizzate in un cantiere dell’aeroporto militare per il cosiddetto “Piano di riflessione”. La fornitura, come emerge dalla inchiesta della Dda di Firenze, è stata fatta dell’impresa Lerose.
Ora occorrerà procedere alla rimozione dell’opera e fare analisi per capire se vi sono state contaminazioni non solo del terreno ma anche della falda, che peraltro è purtroppo superficiale. Non solo, ricordiamo che l’aeroporto di Pisa è in una zona agricola di pregio ed è immediatamente circondato da coltivazioni.

In attesa delle verifiche riteniamo però necessario capire e accertare come i materiali contaminati siano arrivati in questo cantiere e se da parte del Ministero della Difesa – ovvero della stazione appaltante – sono state fatte tutte le verifiche al momento dovuto, a partire da una prima domanda che sorge spontanea: “quanto sono stati pagati questi materiali?” Infatti il prezzo è una possibile spia di allarme rispetto ad una situazione di potenziale irregolarità. Su questo chiediamo che il Ministero faccia subito chiarezza.

Al contempo è importante che, così come grazie all’attivazione del Ministero della Difesa si sta procedendo celermente alla rimozione e bonifica degli “inerti” contenenti i fanghi di scarto delle concerie nell’aeroporto militare, si abbia lo stesso livello di attenzione e la stessa velocità di intervento per tutti i luoghi inquinati.

L’inchiesta “keu”, oltre a rendere evidente l’esistenza di un articolato sistema politico-imprenditoriale-mafioso nella nostra Regione, mette a nudo la necessità da parte delle stazioni appaltanti pubbliche di dotarsi di regole più stringenti e di strumenti più efficaci per i controlli. Parliamo, innanzitutto, di un serio sistema di tracciamento di questi materiali che, come le tante inchieste di questi anni hanno messo in luce, rappresentano sempre più una vera e propria merce che viene posta, in forme illegali ma anche legali, sul mercato. Mercato che necessita di un più stretto monitoraggio attraverso certificazioni chiare.

Occorre quindi andare nella direzione esattamente opposta a quella che centrodestra e centrosinistra hanno imboccato in questi anni, di deregolamentazione e smantellamento degli enti e dei sistemi di controllo. Un indirizzo che in queste settimane si sta invece prendendo con ulteriore accelerazione, con la scusa della pandemia al fine di poter disporre dei fondi del Recovery fund. Questo ulteriore allentamento dei controlli consentirebbe ancor più facilmente alla criminalità organizzata di mettere le mani su queste risorse e di penetrare nella economia legale.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento