Al centrodestra il primo round nelle città Salvini: ai ballottaggi non chiederò voti a M5

martedì
12 giugno 2018
Testata:
CORRIERE DELLA SERA
Pagina:
10
 

 

 

Sei i sindaci eletti subito, gli altri 14 si decideranno tra due settimane: torna 1’«antico» bipolarismo

ROMA In apparenza sembra emergere dalle urne delle elezioni comunali un bipolarismo classico, centrodestra contro centrosinistra, con la variante che uno dei due schieramenti è ormai dominato dalla Lega, e non più da Forza Italia, mentre l’altro fronte è sempre a guida Pd che, nonostante lo tsunami subito il 4 marzo, resiste e non crolla. Da questa «sfida a due» sparisce (momentaneamente) il M5S, che correva da solo e che ha sofferto il calo dell’affluenza (sei punti in meno rispetto al 2013) e la mancanza di candidati credibili capaci di superare la prova delle preferenze. Coalizioni e partiti

Alle comunali del 2o18 (si è votato in 761 municipi, meno di un decimo del totale): gli italiani, dunque, hanno preferito i candidati espressi da una coali zione di centrodestra a forte trazione leghista (37,6% dei voti espressi), con punte da record al Nord (43,1%), ma anche con la variante azzurra della Sicilia dove, a Catania, ha stravinto al primo turno Salvo Pogliese di Forza Italia.

Il centrosinistra, dopo il tracollo del 4 marzo, resiste a sorpresa (24,4% dei voti). Pur perdendo molti sindaci, la coalizione a guida Pd non crolla e, anzi, nelle «regioni rosse» si attesta intorno al 32%. E sorprende pure a Brescia e a Trapani, dove vince al primo turno ma non brilla, con tutte le incognite dei ballottaggi, a Siena e a Imola.

I grillini soffrono e praticamente evaporano in queste Comunali, in cui si esprimeva la preferenza per i candidati, mentre alle Politiche le liste erano bloccate. Il 32% del 4 marzo è lontano anni luce per il M5S che, stavolta, incassa un misero 11°1 con punte umilianti al Nord (5o/) e la consolazione di essere arrivati al ballottaggio a Terni e Ragusa (già amministrata dal M5S).

Nei 20 Comuni capoluogo in cui si è votato, in soli sei casi il sindaco è stato eletto al primo turno (Brescia e Trapani (centrosinistra); Vicenza, Treviso, Barletta e Catania (centrodestra). Nei restanti 14 capoluoghi, il centrodestra è avanti in 9 casi, mentre il centrosinistra in 4 e una lista civica nel caso di Imperia.

Settantacinque i ballottaggi previsti nei Comuni medio grandi il prossimo 24 giugno: in 29 casi il centrodestra è in vantaggio, in 20 è primo il centrosinistra, mentre il M5S parte senza affanni solo in tre città. Tuttavia ora, nel rinnovato schema bipolare classico, sarà interessante verificare come si comporteranno i candidati del M5S al secondo turno: andranno in ordine sparso alle urne? Oppure riceveranno indicazioni di voto a favore della Lega con cui sono alleati a Roma? «Vi annuncio che nei prossimi giorni darò un mano ai nostro candidati», ha fatto sapere il ministro Luigi Di Maio. E con un dichiarazione che sembra concordata a un tavolo di governo, Matteo Salvini annuncia che «la Lega non chiederà apparentamenti con il M5S per i ballottaggi delle Amministrative perché il progetto politico resta quello del centro destra». Il Pd però teme che in alcuni capoluoghi importanti, come Ancona e Pisa, ai candidati del centrodestra possa arrivare l’aiuto determinante dal M5S. Voti persi e guadagnati In termini assoluti, rispetto al 2013, la Lega ha fatto il balzo più rilevante per quanto riguarda i voti conquistati. A Brescia, dove pure ha vinto al primo turno il sindaco uscente Emilio Del Bono (Pd), il Carroccio ha triplicato i voti così come il balzo è riuscito a Treviso e a Vicenza, mentre a Terni il partito di Matteo Salvini passa da zero a 14 mila voti. Il Pd, che subisce un’erosione anche nelle regioni rosse, in 5 anni ha perso molti voti, a partire da Sondrio, Vicenza e Catania.

Condividi questo articolo

Lascia un commento