Alternanza scuola-lavoro ma senza controlli

martedì
8 maggio 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
7

Bando di Unioncamere, le verifiche per evitare lo sfruttamento degli studenti solo a stage già finito

di Samuele Bartolini

FIRENZE

Il bando delle Camere di Commercio c’è. O meglio. Sta per uscire, solo una questione di dettagli, dicono da Unioncamere. Ma a ben vedere non ci sono nemmeno i fondamentali. È il progetto di Alternanza scuola-lavoro messo in ponte da otto enti camerali (Firenze è già partita).

L’obiettivo è quello della Buona Scuola: mandare gli studenti delle superiori in azienda durante le ore di lezione così da prendere la mano con un mestiere. «Fa bene ai ragazzi che si fanno le ossa e fa bene alle imprese», dice il presidente di Unioncamere Riccardo Breda. Ma le premesse non sono delle migliori.

Il bando dice che possono partecipare le aziende iscritte al Registro nazionale per l’alternanza. In Toscana sono 2.900. «Un motivo di garanzia per il percorso formativo dei ragazzi», assicura Breda. Peccato però che il bando sia in via di definizione e potrebbe essere aperto a tutte le 352mila imprese attive in Toscana.

Le aziende possono fare domanda dal 1° giugno al 30 novembre. Ma il rischio sfruttamento è dietro l’angolo. È
ancora forte l’eco delle proteste degli studenti italiani mandati a lavorare come camerieri nei fast food o come operai nelle fabbriche a gratis.

Altra carenza: impossibile sapere quanti sono gli studenti coinvolti. Il bando dice massimo tre per azienda, ma non si sa quante aziende partecipino. E poi c’è il capitolo controlli. Anche qui siamo alle buone intenzioni di Breda: «Saranno fatti, ma dopo le 40 ore di scuola-lavoro».

Ma i controlli andrebbero fatti durante le 40 ore, altrimenti che controlli sono? Nessuno poi si chiede cosa succederà agli studenti dopo lo scuola-lavoro. «Non c’è nessuna certezza che i ragazzi vengano inseriti in azienda. Capita che i genitori chiedano il lavoro per loro, ci sono ragazzi che si adattano a tutto», dice Breda.

E l’assessora regionale al lavoro Cristina Grieco prova a metterci una pezza sul fronte scuola: «La Regione fa salire in graduatoria gli istituti che hanno partecipato ad altri bandi e sono già in contatto con le aziende». Manca però il passaggio finale: il contratto peri ragazzi.

Rimangono le note positive. La prima. Le aziende devono dichiarare alle scuole il progetto per lo studente prima che cominci (anche se poi non c’è nessuno che controlla). Seconda nota positiva. I soldi ci sono: 1 milione 107mila e 800 euro stanziati dalle otto Camere di Commercio per il bando. Terzo. Questi soldi servono a pagare 600 euro a studente i tutor aziendali, scolastici e dell’Anpal che seguono personalmente gli studenti. Fino a un massimo di 1.800 euro.

Anche se Ivana ladanza, referente regionale della rete Anpal servizi, ammette: «Siamo partiti ora con due istituti per fare la coprogettazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro». Ma la legge 107 è del 2015. Decisamente troppo tardi. Potreste comunque essere interessati: il 10 maggio c’è l’Alternanza Day nelle Camere di Commercio.

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