Anziano e invalido, trova la casa popolare occupata

TIRRENO PISA Pagina:II

Anziano e invalido, trova la casa popolare occupata

Alloggio forzato da una coppia di giovani. La ragazza: vogliamo un bambino e non possiamo dormire alla stazione. L’assegnatario era in attesa da tre anni.

di Antonio Scuglia PISA

«Un anno e mezzo fa ho perso il bambino che aspettavo, perché non abbiamo casa e dormiamo all a stazione, a Pisa o a Livorno, e il mio fisico non ha retto. Sono invalida, da tre mesi aspetto un altro bambino. E non voglio perdere anche questo. Ecco perché abbiamo occupato questa casa».
Evelyn Glaudi, 27 anni, di Lucca, e il suo compagno Pasquale Tarantino, di Nodica, stessa età, martedì notte sono entrati un una casa popolare che in quel momento era vuota, in via di Gagno, e per tutta la giornata di ieri, fino a notte, si sono opposti al tentativo dell’Apes (Azienda pisana per l’edilizia sociale) di rientrare in possesso dell’immobile, da poco assegnato a un anziano che aveva già le chiavi per entrare.
Dopo un primo tentativo fatto da un dirigente Apes e dalla polizia municipale (intanto i carabinieri avevano identificato i due giovani), ieri sera in via di Gagno è andata anche l’assessora Ylenia Zambito per convincere i due ragazzi a lasciare l’appartamento.
«Questa casa è stata assegnata a un anziano invalido, – spiega – che era regolarmente in graduatoria, l’ha attesa per tre anni e stamani finalmente era potuto venire con le chiavi per portare le prime cose, ma l’ha trovata occupata. Non si può accettare questa deriva, non si può accettare una guerra fra poveri. Non si può pensare che una persona bisognosa debba perdere i suoi diritti perché non protesta, non occupa, non urla mentre altri invece lo fanno a suo danno».
I momenti di tensione sono stati tanti, a partire dal primo pomeriggio. Per diverse volte, quando i vigili hanno provato a scardinare una persiana e poi hanno forato con un trapano la serratura della porta per entrare, Evelyn si è messa davanti: «Bucatemi la mano e vi denuncio tutti!». La ragazza, nel pomeriggio, aveva rifiutato di farsi portare in ospedale dopo un attacco di tachicardia.
Alle 20, durante le concitate trattative o meglio in un accenno di blitz delle forze dell’ordine, è stato invece Pasquale ad essere colpito alla mano da un vetro della finestra che era stato rotto nel tentativo di entrare, ed è stato medicato dalla Misericordia.
Tutto intorno una ressa di abitanti delle case vicine: «Loro stanno con noi», assicurano i due giovani.
Pasquale ci spiegava nel pomeriggio: «Non siamo contenti di fare questo; siamo costretti a farlo, perché Evelyn non è più in grado di dormire al freddo. Da un anno e mezzo siamo a dormire alla stazione fra tossicodipendenti, ubriachi, matti, persone pericolose. Noi non abbiamo soldi, niente, a parte quello che riesco a racimolare facendo qualche lavoretto. Da qui non ce ne andiamo finchè non ci danno una casa».

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