“¡AQUI ESTAMOS!” – 30° anniversario dell’EZLN

Era il 1 gennaio del 1994, esattamente trent’anni fa, il giorno in cui l’EZLN, esercito di indigeni e contadini, prendeva il controllo di 7 città del Chiapas, sfidando il governo messicano proprio nel giorno in cui entrava in vigore il NAFTA, trattato di libero scambio tra tra Messico, USA e Canada, uno dei tanti tasselli della costruzione di quella globalizzazione liberista in cui il Mercato ha più diritti dei popoli, e le merci circolano fra persone a cui si nega tutto.
Per noi tutt@ quella rivolta era invece un passaggio decisivo della lotta contro le diseguaglianze che governano il mondo, l’inizio di quel camminare domandando pace, giustizia, equità, diritti e, a Pisa, anche spazi per pensarli, realizzarli e esigerli insieme.
Il popolo zapitasta ha ispirato e formato molt@ di noi, un inno alla disobbedienza e alla gioia che riempì negli anni successivi le strade e le piazze di Seattle nel ’99 e di Genova nel 2001. Il senso di quel passamontagna ispirò le ragazze ed i ragazzi del Movimento dei Movimenti, che prima ancora di essere “no-global” erano per una globalizzazione di diritti e libertà per tutt@.
Il suo senso è ancora valido: la rivoluzione non ha volto, la lotta che nasce da la “digna rabia” non finisce come continua anche oggi a ricordarci il popolo zapatista che mai si è fermato nell’immaginare e nel costruire un mondo migliore.
A 30 anni dall’inizio, ecco, infatti come continuano a parlarci:

”E tutte, tutti, todoas, sono gente dal basso. Perché? Perché quelli sopra predicano la morte perché questo dà loro profitti. Quelli di sopra vogliono che le cose cambino, ma a loro vantaggio, anche se la situazione sta peggiorando sempre di più. Ecco perché saranno quelli in basso che combatteranno e stanno già lottando per la vita. Se il sistema è un sistema di morte, allora la lotta per la vita è la lotta contro il sistema.

Cosa succede dopo? Ebbene, ognuno costruisce la propria idea, il proprio pensiero, il proprio piano su ciò che è meglio. E ognuno forse ha un pensiero diverso e un modo diverso. E questo va rispettato. Perché è nella pratica organizzata che si vede cosa funziona e cosa no. In altre parole, non esistono ricette o manuali, perché ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. Il “comune” mondiale è la condivisione di storie, di conoscenze, di lotte.

In altre parole, come si suol dire, il viaggio per la vita continua. Per la lotta.

Dalle montagne del sud-est messicano.

Messico, dicembre 2023. 500, 40, 30, 20, 10, 3, un anno, qualche mese, qualche settimana, qualche giorno, poco fa. Dopo.

Subcomandante Insurgente Moisés

Con il cuore, con il pensiero e con la lotta saremo con loro a festeggiare questi 30 anni al Caracol “Resistencia y Rebeldía: Un Nuevo Horizonte”.

¡ Para tod@s todo nada para nosotros!

Una città in comune

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