Armi e mezzi da Genova a Camp Darby: no all’uso delle infrastrutture civili di trasporto per rifornire di armi la guerra globale portata avanti dagli Stati Uniti

Nei giorni scorsi il Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP) di Genova ha denunciato pubblicamente lo sbarco di mezzi militari destinati a Camp Darby nel porto di Genova. Protagonista della vicenda la compagnia saudita Bahri già nota alle cronache per essere stata coinvolta in proteste e contestazioni per il trasporto di armi.

The Weapon WATCH, l’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha identificato i mezzi come i veicoli”4×4 tattico leggero” dell’esercito americano, sbarcati sul suolo italiano come se fossero un container qualunque di materiale commerciale ad uso civile.

L’Italia diventa sempre più crocevia della guerra globale degli Usa, e il nostro territorio si conferma nodo strategico della logistica di una guerra in cui il nostro paese è sempre più direttamente coinvolto.

Questi ulteriori trasporti sono il sintomo di un ulteriore potenziamento degli arsenali bellici in vista di una generale escalation militare?

Se è vero che questi mezzi sono destinati a Camp Darby, crediamo che sia diritto della popolazione sapere in che modo da Genova saranno trasportati a Pisa. Che arrivino via mare, quindi puntando al porto di Livorno o via terra, lungo la costa dell’alto Tirreno, interessando buona parte della Liguria e della Toscana, vogliamo sapere chi ha autorizzato l’utilizzo delle infrastrutture di trasporto civile per il rifornimento armato della Base Americane? Quali garanzie di sicurezza sono date alla popolazione civile che vedrà attraversare le proprie strade da mezzi pronti per la guerra. Qual è la destinazione finale di questi mezzi? Andrann a rifornire il più grande deposito di armi degli Stati Uniti fuori dal territorio americano oppure ripartiranno, magari con altri uomini e mezzi per alimentare gli scenari di guerra in medio oriente?

Ancora una volta siamo contrari a vedere il nostro territorio sfruttato come base logistica per guerra globale, e rifiutiamo che le nostre infrastrutture logistiche civile siano messe a disposizione a piacimento dell’esercito americano e dei suoi interessi e obiettivi specifici.

Non saremo complici della morte e della distruzione che questi mezzi militari portano nel mondo, e denunciamo ancora una volta una questione di sicurezza per tutti i cittadini e cittadine che vengono costretti, loro malgrado e spesso a loro insaputa a condividere strade e porti con bombe altri tipi di armamenti con tutti i pericoli connessi al trasporto di materiali esplosivi.

Una ragione in più per ribadire l’urgenza di chiudere quanto prima la base militare di Camp Darby, dismettere l’immenso arsenale bellico in esso contenuto e restituire a tutta la cittadinanza quell’’immensa area di verde, oggi inaccessibile e recintata solo da filo spinato.

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