Associazione Pisana Amici del Neonato (APAN): chiusa la casa alloggio “L’Isola che c’è” e tagliati i finanziamenti. Le istituzioni chiariscano subito

Il progetto “La Cura del Neonato e della sua famiglia” lo conosciamo dal 2002, l’anno nel quale ha preso avvio: destinato alle famiglie di neonati prematuri o con gravi patologie, prevede una presa in carico integrata delle famiglie pretermine da parte di un’equipe multiprofessionale con competenze specialistiche.

Il progetto, gestito dall’Associazione Pisana Amici del Neonato, ruota intorno alla Casa Alloggio “L’Isola che c’è”, che dal suo avvio ha ospitato ben 2512 mamme e da dieci anni ha previsto la possibilità di dare accoglienza a interi nuclei familiari.

La struttura, inserita nell’ospedale Santa Chiara e concessa gratuitamente dall’Azienda Ospedaliera Pisana, ha permesso una vera e propria rivoluzione nel percorso di cura dei bambini e bambine ricoverati nella terapia intensiva neonatale: come scrive l’Associazione, prima del progetto le mamme erano costrette a vedere dal vetro per mezz’ora al giorno i corpicini dei loro figli e figlie ( un bambino nato alla 24esima settimana pesa poco più di 600 grammi) e trascorrevano le giornate nel cortile dell’ospedale.

Ma il progetto non è solo accoglienza. Dal 2002, le mamme spesso di provenienze diverse e con fragilità sociali e personali, grazie agli interventi di sostegno, grazie al rapporto continuo con il reparto, grazie alla promozione della relazione di cura con il proprio figlio, diventano protagoniste del processo terapeutico. Tutto questo, grazie all’equipe dell’associazione che garantisce consulenza psicologica, supporto sociale, accompagnamento alla rete, sostegno materiale e concreta e forte promozione dell’allattamento al seno.

Un sistema tanto complesso, che concorre in modo determinante al delicato equilibrio della salute dei nati pretermine, costa solo 40.000 euro l’anno, risorse che dal 2002 sono assicurate dalla Regione ed assegnate dalla Società della Salute.

Negli ultimi anni c’è stato però un netto peggioramento: il rinnovo dei finanziamenti ha avuto cadenza annuale, senza tempi e modalità di assegnazione definite e formali ed ha generato precarietà ed incertezza. Ogni anno l’associazione non sa se il progetto verrà finanziato o se le mamme, nella notte di San Silvestro dovranno festeggiare il capodanno sgomberando la casa alloggio, private della struttura di accoglienza.

Allo stato attuale, ad esempio, l’associazione non ha ancora ottenuto il finanziamento del 2023, confermato con una comunicazione della Società della Salute nell’aprile dello scorso anno. E il 2024? Nessuno si sbilancia, e le mamme ospitate continuano a ricevere accoglienza e cura a spese dell’associazione.

Per queste ragioni, abbiamo deciso di investire della questione la Seconda Commissione Consiliare Permanente per mettere a confronto l’Azienda Ospedaliera Pisana e La Società della salute, definendo formalmente le responsabilità istituzionali e le dovute garanzie. Siamo convinti che dopo 22 anni di attività, parlare ancora di progetto sia completamente fuorviante: nella Commissione dovranno essere stimolate le istituzioni affinchè un progetto indispensabile nel percorso terapeutico dei neonati, evolva in servizio stabile ed essenziale. Alla convocazione per la Commissione del 22 marzo, sia Sds che Azienda Ospedaliera non hanno però ancora risposto e non hanno confermato la propria presenza.

E non c’è mai fine al peggio: una situazione già allarmante ha avuto un’accelerata impensabile perché in questi giorni e in tutta fretta, l’Azienda Ospedaliera ha disposto la chiusura della Casa Alloggio e il trasferimento delle madri in altri locali dell’azienda ospedaliera.

Dal giorno 7 marzo la Casa Alloggio è chiusa e le mamme sono state alloggiate in un reparto dismesso del S.Chiara: una precarietà inaccettabile, che minaccia l’equilibrio e la serenità delle ospiti e fa tornare all’ospedalizzazione e alla disumanizzazione contro cui il servizio interviene.

Abbiamo appreso che la direzione ospedaliera ha promesso di individuare altra collocazione per il progetto in altro edificio del Santa Chiara: ci attendiamo che possa rispondere alle esigenze del progetto e non a quelle dell’ospedale. Le mamme hanno un estremo bisogno di stare in un luogo accogliente e sicuro: solo andando oltre la mera gestione prestazionale si potrà incidere efficacemente nel benessere e nella salute e dei neonati e delle loro famiglie.

La commissione del 22 Marzo sarà un momento importante: ci auguriamo con forza che vi partecipino tutte le istituzioni coinvolte (Società della Salute, Azienda Ospedaliera, ASL) e che ci diano risposte concrete, pubbliche e formali.


Alcune foto della Casa Alloggio “L’Isola che c’è”

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Foto tratte dal sito  www.apanpisa.it

 

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