Ato Costa, Cgil contesta i ritardi nella gara per la gestione del servizio rifiuti. Orsi: “Va definita la questione occupazionale”

Il Tirreno

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di Danilo Renzullo

PISA. «Subito la trattativa o sarà mobilitazione». La Fp-Cgil di Pisa e le Rsu delle aziende che attualmente gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, esprimono forte preoccupazione per i ritardi accumulati da Ato Costa per definire la questione occupazionale nell’ambito della gara per il ciclo integrato dei rifiuti e per sottoscrive l’accordo quadro per il passaggio del personale impegnato nelle varie attività della gestione dei rifiuti. Contestano, inoltre, la mancata convocazione delle organizzazioni sindacali da parte della direzione Ato Costa per discutere il futuro trasferimento degli addetti al settore nella nuova società e minacciano un’ampia mobilitazione che potrebbe mettere in ginocchio la raccolta dei rifiuti nelle quattro province interessate dalla nascita del nuovo soggetto che gestirà il ciclo dei rifiuti (Pisa, Lucca, Livorno e Massa-Carrara). «Lo scorso luglio abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo per definire la questione occupazionale – spiega Michele Orsi, segretario della Fp-Cgil di Pisa -, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta. Questa situazione ci preoccupa, anche perché inserita in un quadro, quello dell’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti, che vede forti ritardi rispetto al percorso programmato, che doveva concludersi con l’affidamento del servizio ad una società mista pubblico-privata dall’1 gennaio 2015».
Il capitolato d’appalto, che tra le altre cose deve specificare anche le condizioni dei lavoratori da impiegare, e che secondo il cronoprogramma doveva essere pronto per il mese di novembre, non è stato ancora definito e la sua stesura subirà probabilmente un forte ritardo. Tre i punti principali che la Cgil e i lavoratori del settore rivendicano, soprattutto a difesa dei dipendenti delle aziende che operano attualmente in subappalto: l’applicazione per tutti i lavoratori del contratto collettivo nazionale del settore di igiene ambientale; l’applicazione della clausola sociale per assicurare continuità occupazionale e mantenimento delle condizioni lavorative; definizione di un percorso per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori, in particolare a seguito della diffusione della raccolta porta a porta «che – sottolinea la Cgil – per i lavoratori non sta portando nulla di buono».
Carichi di lavoro enormi (dalle 700 alle 900 “prese” al giorno) e mezzi inadeguati stanno infatti provocando numerosi infortuni. In quella che si annuncia come una mini-rivoluzione del ciclo dei rifiuti, che interesserà 102 Comuni delle quattro province, saranno coinvolti circa tremila addetti (poco più della metà attualmente impiegati direttamente, l’altra parte in subappalto e con attività esternalizzate). «Il nostro impegno è salvaguardare tutti i lavoratori – conclude Tito Ribechini, della segreteria della Cgil -. Auspichiamo la convocazione di un tavolo con Ato Costa in tempi rapidi, altrimenti passeremo ad azioni più incisive». Mobilitazioni da mettere in campo nei prossimi giorni e che potrebbero provocare notevoli disagi al servizio.

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