Attività non essenziali: no alle deroghe per le aperture. Servono controlli stringenti. Le nostre proposte

In pochi giorni ben 700 sono state le imprese della provincia di Pisa che, nonostante non svolgano le attività considerate essenziali dai recenti decreti governativi, hanno comunicato al Prefetto la volontà di proseguire comunque la propria produzione, autocertificando di avere impianti a ciclo continuo o di far parte delle filiere dei settori ritenuti strategici.

Si tratta di autocertificazioni per le quali non è prevista alcuna sanzione nel caso fossero infondate e che, sino a quando saranno vagliate dalla Prefettura e eventualmente dichiarate non veritiere, consentono comunque di operare “legittimamente” fino all’adozione del provvedimento di sospensione.

Questo è l’effetto dei provvedimenti del governo che, mentre asserisce di voler assicurare il contenimento del contagio da Codiv-19 e la massima tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, consente ad imprenditori poco etici di privilegiare la propria produzione alla salute comune semplicemente autodichiarando un qualsiasi collegamento con le aziende essenziali e addirittura, in ipotesi, anche a quelle imprese non funzionali alla filiera almeno fino ai controlli del Prefetto.

Riteniamo che su una materia così importante anche il Comune di Pisa debba prendere parola e posizione. Per questo abbiamo presentato una mozione con cui chiediamo che il governo disponga la revisione in senso restrittivo dell’elenco delle attività economiche classificate come essenziali e proceda comunque all’abrogazione della lettera d), del comma 1, dell’articolo 1 del DPCM 22 marzo che, consentendo le attività di filiera, rischia di vanificare l’obiettivo della sospensione delle attività produttive e commerciali non necessarie.

Chiediamo inoltre al Prefetto di procedere con estremo rigore e con la massima celerità alla verifica delle autocertificazioni presentate dalle imprese della provincia di Pisa, applicando restrittivamente la concessione delle deroghe in modo da procedere immediatamente all’effettiva chiusura di tutti i luoghi di lavoro e di tutte attività produttive industriali e commerciali, con la sola esclusione di quelle che risultino effettivamente indispensabili.

Riteniamo infine che, nell’attività di verifica della veridicità e fondatezza delle autodichiarazioni, il Prefetto debba dare priorità alle segnalazioni dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e delle RSU delle aziende autocertificatesi parte di una filiera funzionale alle attività autorizzate dai DPCM.

Ogni attività non essenziale deve essere infatti fermata per contenere il contagio e per non mettere a repentaglio la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutti i cittadini e le cittadine.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione comunista – Pisa possibile

(clicca sull’immagine per ingrandire)

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