Aumenti biglietto autobus: i Comuni chiedano subito il ritiro alla Regione e pretendano investimenti

In questi giorni le cittadine e i cittadini pisani e di tutta la Toscana devono subire l’aumento del 13% del costo del biglietto dell’autobus, ancora una volta a seguito della scellerata privatizzazione fatta dal Pd e dal centrosinistra che governano la Regione.

Questo aumento, ingiustificabile a fronte di un servizio sempre peggiore per tutta l’utenza e, in particolare, per le lavoratrici e i lavoratori, è previsto dal contratto siglato dalla Regione con Autolinee Toscana in cui si è concordato l’adeguamento del prezzo del biglietto all’inflazione in base ai dati ISTAT.

Abbiamo da sempre contestato la gara regionale, durata più di 10 anni. E quanto vediamo oggi è uno dei frutti avvelenati di quella scelta: a pagare ancora una volta è l’utenza che vede i costi aumentare a fronte di un servizio con sempre maggiori criticità vista la mancanza di investimenti adeguati sul fronte del personale e dei mezzi.

Ancora una volta la privatizzazione di un’azienda fatta dal Pd è andata a discapito del servizio e del personale, dimostrando che il mercato non risolve i problemi, ma li aggrava: in questo caso siamo davanti ad un rincaro insopportabile che colpisce le fasce più deboli della popolazione.

Il trasporto pubblico locale è un diritto e in quanto tale è responsabilità dei soggetti pubblici garantirne l’efficienza. La logica delle privatizzazioni lede questo diritto scaricando sulla cittadinanza e sul personale i costi della remunerazione dei capitali privati, costi ulteriormente accresciuti dalle esigenze di competitività imposte dal regime di libero mercato.

È urgente e necessario un’azione congiunta dei Comuni nei confronti della Regione non solo per il ritiro immediato degli aumenti ma perché il servizio raggiunga standard adeguati con il necessario ammodernamento dei mezzi e nuove assunzioni di personale.

Investire sul trasporto pubblico locale è imprescindibile se si vuole pensare ad un modello di mobilità che rompa il primato dell’uso dell’auto privata che rende le città invivibili e pesa enormemente in termini ambientali.

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