Base a Coltano: governo e maggioranza nel caos, la mobilitazione va avanti fino al ritiro del decreto

“Valutare l’opportunità di rivedere la soluzione prevista”. È questa la risposta del Governo all’ordine del giorno del Movimento 5 Stelle, che si scopre a favore del progetto della megabase militare “in un luogo consono”. Un tentativo goffo di acquietare una decisione scandalosa, che abbiamo scoperto e resa pubblica nelle scorse settimane e che è diventata uno scandalo nazionale, contro il quale cresce ogni giorno la mobilitazione a Coltano, a Pisa e in tutta Italia: una mobilitazione che, con chiarezza, respinge senza se e senza ma qualunque ipotesi di base militare, che sia a Coltano o altrove.

In primo luogo siamo di fronte a una grande questione democratica che il Movimento 5 Stelle, al pari di tutte le forze politiche al governo, dal Pd alla Lega, a Forza Italia, provano a cancellare dalla discussione pubblica. Draghi ha firmato un decreto per realizzare un intervento con una procedura d’urgenza che prevede semplificazioni, saltando gli enti preposti, ricorrendo persino al PNRR per una struttura militare e alla nomina di un Commissione straordinario: sono scelte che umiliano e cancellano il ruolo delle cittadine e cittadini e la loro partecipazione. Il progetto è stato tenuto nascosto da più di un anno e si pensa di portarlo avanti con metodi inaccettabili.

In secondo luogo noi siamo assolutamente contrati a che vengano spesi 190 milioni di euro di risorse pubbliche (PNRR o Fondo di coesione non fa differenza) per una nuova base militare, sottraendoli alle vere priorità del paese: tutela del territorio e dell’ambiente, sanità, lavoro, casa, scuola. Con questo ordine del giorno, invece, il Movimento 5 Stelle e il Governo ribadiscono che questa spesa verrà fatta.

In terzo luogo colpisce come il Movimento 5 stelle dia via libera a una cementificazione selvaggia e un consumo di suolo per decine e decine di ettari, alla faccia della emergenza climatica e della transizione ecologica. Su questo il movimento contro la base è stato chiaro: nessun mostro di cemento armato, né dentro né fuori il parco. La terra non è una merce da scambiare, come si prova a fare con l’ordine del giorno del Movimento 5 stelle, ma una risorsa la cui tutela è prioritaria.

Siamo, infine, di fronte a un progetto insostenibile di militarizzazione di Pisa. La collocazione prescelta è, infatti, ritenuta strategica dal Governo non a caso, vista la vicinanza all’aeroporto militare e alla base statunitense di Camp Darby. L’obiettivo è fare della nostra città la piattaforma logistica della guerra, una tra le più rilevanti a livello europeo.

L’unica cosa seria che il governo deve fare è ritirare il DPCM firmato da Draghi su richiesta del Ministro Guerini, e chiudere questa storia indecorosa.

Per questo noi parteciperemo alle mobilitazioni dei prossimi giorni, il 4 a Firenze sotto la Regione, e il 2 giugno alla manifestazione nazionale a Pisa, per ribadire il no alla base militare, né Coltano né altrove.

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

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