Base militare a Coltano: tra fine ipotesi di spostamento, spezzettamento e baratto di aree del Parco, il progetto va avanti per centrodestra e centrosinistra

Dalle dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti delle istituzioni dopo l’incontro svoltosi alla caserma Baldissera di Firenze sul nuovo progetto della mega base militare a Coltano emerge con chiarezza che chi governa, a ogni livello, conferma totalmente la decisione di realizzare questa nuova infrastruttura, secondo quanto previsto dal DPCM dello scorso gennaio. Confermata la spesa di 190 milioni di euro di risorse pubbliche sottratte alle emergenze sociali del nostro paese. E confermato anche l’uso assolutamente inaccettabile delle semplificazioni previste per opera civili dal PNRR, in deroga alle procedure ordinarie.

Non solo. Gli stessi che hanno volutamente tenuto nascosto per un anno il progetto, confermano la loro mancanza di credibilità smentendosi l’un l’altro al termine dell’incontro nel gioco del “dove metto la base e come devasto, con 190 milioni, il territorio pisano”. Questa mega colata di cemento armato da 70 ettari è prevista, in base agli atti vigenti, a Coltano. La saga delle opzioni farlocche è imbarazzante. Il Presidente Bani arriva persino a proporre al posto di un’area interna al Parco, cioè quella di Coltano, non un’altra ma ben due aree interne al Parco stesso. Per chiunque conosca il territorio, è evidente come si tratti di fumo negli occhi, anche perché le aree proposte sono un’anomalia all’interno dell’area protetta: il compito del Parco deve essere quello di favorire la rinaturalizzazione e non la permanenza o, peggio, l’aumento di insediamenti incompatibili con la tutela ambientale.

Da Giani a Conti, tutti si mettono a mercanteggiare il territorio con il cappello in mano, mentre dai militari arriva la conferma che per la quasi totalità l’infrastruttura non si sposterà da Coltano: al massimo verrà ridotta… a 40 ettari!

Si prova così ad alzare una cortina di fumo per distogliere dalla vera questione politica: centrodestra e centrosinista sono favorevoli all’intervento e allo stanziamento delle relative risorse, alla faccia della crisi che cittadine e cittadini vivono drammaticamente ogni giorno. L’obiettivo è fare di Pisa la più grande piattaforma logistica del paese per le operazioni di guerra, altro che pet therapy e altre operazioni di greenwashing.

Di fronte a questo spettacolo, tutto il movimento No base, le centinaia di cittadine e cittadini, le decine di associazioni che si stanno mobilitando, hanno una sola risposta, chiara e netta: “No alla base, né a Coltano né altrove”. Noi lavoreremo ogni giorno affinché questa mobilitazione cresca e si allarghi, verso la manifestazione nazionale del 2 giugno, per il ritiro del decreto Draghi.

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

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