Base militare: il DL infrastrutture è legge, ora è lotta sul territorio per bloccarli

Passa con la definitiva conversione in legge anche al Senato il DL Infrastrutture e quindi lo stanziamento di 20 milioni di euro per avviare la contabilità e il cantiere per la realizzazione della nuova base militare nel Parco di San Rossore e a Pontedera. Il Governo mette ancora una volta la fiducia, blindando il provvedimento e dando così il via libera ad un’ operazione con la quale da un lato si aumenta la spesa militare surrettiziamente, e dall’altro si procede ad un’ ulteriore e pesantissima militarizzazione del nostro territorio.

Questo nuovo progetto da oltre mezzo miliardo di euro per 140 ettari è stato reso pubblico solo grazie al nostro lavoro di controllo e denuncia.

Intanto, chi governa ad ogni livello, nazionale, regionale e locale, pur sapendo ha taciuto, e chi delle opposizioni siede nelle commissioni parlamentari è rimasto in silenzio o neanche si è accorto di quel che stava succedendo sotto i suoi occhi.

Grazie a questo lavoro di controinformazione il Movimento No Base ha rilanciato con forza la mobilitazione a Pisa ma anche a Pontedera, mentre intanto si assisteva ad operazioni di mistificazione, fino ad arrivare alle vere e proprie falsità: da Fratelli d’Italia che arriva a dire che il Cisam non è Parco di San Rossore, al Presidente della Regione Giani che afferma che il progetto non riguarda una base, ma un centro di formazione.

Da due anni centrodestra e centrosinistra provano a portare avanti questo progetto, tentando di usare il segreto e la bugia come mezzi per distogliere l’attenzione della cittadinanza.

Ma queste basse operazioni non sono riuscite. La mobilitazione ampia e plurale che il Movimento No Base sta portando avanti su parole d’ordine chiare continua a radicarsi e a crescere. Rifiutiamo la logica delle compensazioni che Giani, Bani e Conti portano avanti, un vero e proprio ricatto per i territori, e ribadiamo con forza che l’unica proposta accettabile è cancellare il progetto e utilizzare quel mezzo miliardo per le vere priorità sociali e ambientali del nostro territorio.

Queste settimane serviranno per rafforzare la mobilitazione con incontri pubblici in tutta Italia, continuare a raccontare cosa sta succedendo nel nostro territorio, preparando per settembre una grande mobilitazione con l’obiettivo di bloccare i cantieri.

A chi ci vorrebbe servi della guerra, continueremo a rispondere che noi e i nostri territori non lo saremo mai.

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