Base militare: l’unica compensazione possibile è non farla e stanziare mezzo miliardo per le priorità sociali ed ambientali del territorio

Via libera dalla Camera allo stanziamento di 20 milioni di euro per iniziare la realizzazione della nuova base militare nel cuore del Parco di San Rossore e a Pontedera.

Dopo il parere favorevole della Commissione difesa e della Commissione lavori pubblici, senza alcun intervento delle opposizioni al riguardo, è arrivato anche il voto della Camera e quindi il provvedimento contenuto nel DL Infrastrutture approvato dal Governo Meloni arriva all’esame del Senato.

Procede così in piena estate l’iter per questa nuova infrastruttura militare da 140 ettari che devasterà il nostro territorio. Un’infrastruttura da mezzo miliardo di euro, mentre si tagliano 330 milioni al Fondo per la morosità incolpevole, 500 milioni di euro all’università pubblica e 250 milioni di euro l’anno ai Comuni per 5 anni sulla spesa corrente.

Ora più che mai è evidente la distanza tra chi governa a livello locale, regionale e nazionale, sia di centrodestra che di centrosinistra, e il fronte ampio e plurale che in questi anni ha detto chiaramente no alla base, né a Coltano, né nel Parco di San Rossore, né a Pontedera, né in qualsiasi altro luogo.

L’ultima scomposta e menzognera uscita del Presidente della Regione Giani, che parla di un centro di formazione per i carabinieri e non di una base militare, è la cartina di tornasole di un fronte probase sempre più in difficoltà, che deve nascondere e continuare ad andare avanti con segreti, falsità o equilibrismi.

Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti.
Si è deciso di realizzare la base in quel luogo su proposta di esponenti del PD ( il Presidente del Parco Bani, e il Presidente della Regione Giani) non a caso, ma proprio perché è strategica per la connessione con l’aeroporto militare, Camp Darby e il porto di Livorno.
Non è quindi una questione di minimizzare gli impatti o trovare una altra collocazione fuori dal Parco come propone ancora una volta furbescamente e maldestramente in una mozione la coalizione di centrosinistra che ha sostenuto Martinelli o anche l’onorevole del PD Zambito con una interrogazione parlamentare.

Intanto, la destra del sindaco Conti è in prima fila con l’elmetto in mano per difendere la base, trattando sulle compensazioni, come se il territorio fosse in svendita.
Un approccio inaccettabile, qualsiasi siano le compensazioni, perché le risposte ai bisogni dei territori non possono essere vincolate all’aver ceduto al ricatto della militarizzazione e della devastazione ambientale.

L’unica proposta accettabile è ritirare il progetto della base e stanziare quel mezzo miliardo di euro per le priorità sociali e ambientali del nostro territorio, incluse quelle a cui si finge di voler rispondere con il ricatto delle “compensazioni”.

L’alternativa è, infatti, tra una economia di pace e una economia di guerra. E noi abbiamo scelto da che parte stare: con la lotta del Movimento No Base per impedire in qualsiasi modo e luogo che si realizza questa base.

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