Basta con le omissioni e le reticenze sull’omicidio di Scieri: il caso Cucchi sia da esempio per la Folgore

Ci sono voluti dieci anni, da quel 2009 in cui venne ammazzato Stefano Cucchi, per vedere i vertici dell’Arma dei Carabinieri rompere omertà e depistaggi, rendendosi disponibili a far sì che la giustizia possa fare il suo corso fino in fondo. A inizio aprile è stata resa pubblica la lettera con cui il Comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, si è impegnato nei confronti della famiglia Cucchi a costituire il corpo dei Carabinieri come parte civile in un eventuale processo per depistaggio a carico di suoi militari. La battaglia per la verità sembra aver sfondato quel muro di gomma fatto di documenti falsi e menzogne che gli stessi carabinieri avevano da subito eretto intorno al corpo straziato di Cucchi.

 

«La giustizia per Stefano – ha detto la sorella, Ilaria Cucchi – non è semplicemente un dovere verso una famiglia, ma la strada per ricucire una ferita profonda tra lo Stato, i suoi apparati e noi cittadini». Purtroppo le battaglie per la verità e la giustizia in Italia sono sempre lunghe e faticose, soprattutto quando coinvolgono gli apparati dello Stato e in particolar modo quelli armati.

 

Lo strappo tra le istituzioni e i cittadini in alcuni casi è ampio e ben poco è stato fatto finora per ricucirlo. La morte di Emanuele Scieri, avvocato ucciso nella caserma Folgore di Pisa durante il servizio militare nell’estate del 1999, rimane ancora coperto da silenzi e complicità. Il processo è stato riaperto solo grazie alla instancabile battaglia della famiglia, del comitato degli amici che ha portato anche alla istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Scieri, che con un lavoro importante e significativo ha individuato evidenti reticenze e omissioni nelle prime inchieste.

 

I vertici della Folgore non hanno fatto ad ora atti pubblici concreti per aiutare la giustizia e sgombrare ogni ombra di omertà e di atteggiamenti a protezione di eventuali responsabili interni al corpo militare.

 

Il Sindaco Conti e la sua maggioranza , per la prima volta nella storia del consiglio comunale, hanno disimpegnato il Comune di Pisa dalla lotta per la verità e la giustizia per Scieri. Nel dicembre 2018 la maggioranza leghista del Comune di Pisa ha bocciato, infatti, una nostra mozione in tal senso. Oggi ripetiamo con forza quella richiesta: «Facciamo appello ai vertici della Folgore affinché finalmente siano dati tutti i chiarimenti dovuti per fare luce sull’omicidio di Emanuele Scieri rompendo quella trama di silenzi, omissioni e mancanza di collaborazione nelle indagini svolte fino ad ora».

 

Non è accettabile che nelle caserme del nostro paese muoiano cittadini inermi, senza che i responsabili degli apparati dello Stato non si sentano in dovere di chiarire con ogni mezzo la verità. Dopo venti anni dalla morte di Scieri, la Folgore faccia oggi un atto di coraggio e giustizia: aiuti le indagini ad arrivare fino in fondo nell’accertare la verità sull’omicidio di Scieri e tutte le responsabilità.

 

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

 

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