Bulgarella passa al contrattacco «Ora i mandanti»

venerdì
27 aprile 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
V

L’imprenditore: «Ci sono state carte false»

L’amarezza perla durata delle indagini

di Pietro Barghigiani

PISA

«Sono state usate carte false contro di me e anche pentiti screditati. Ora bisogna capire chi sono imandanti».

Andrea Bulgarella dice di non essere felice nonostante l’archiviazione delle accuse di associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso che ha riguardato tra gli altri an che l’ex direttore generale della Banca di Cascina, Vincenzo Littara.

Perché non è soddisfatto? «Ero tranquillo fin dal primo momento. Per sapere che quelle accuse erano false bastava chiedere chi ero in Sicilia, nella mia città a Trapani e alle istituzioni. Un cittadino non può aspettare cinque anni. Nel frattempo un’azienda di 120 anni è stata quasi distrutta. Voglio ricordare che non ho ricevuto neanche un avviso di garanzia. Eppure sono stato mortificato ogni giorno».

Ora c’è l’ufficialità di quello che ha sempre sostenuto.

«Lo so, ma non sono mai stato preoccupato. A parte l’amarezza per il tempo trascorso durante il quale sono stato giudicato in modo sbagliato. L il prezzo che paghiamo come siciliani e si viene giudicati per la nostra provenienza».

Ritorna con la tesi della congiura?

«Dico solo che la mia azienda ha una storia di 120 anni. Ha sempre pagato tutti e fa cose incredibili per andare avanti e viene distrutta nel modo che abbiamo visto».

Con l’archiviazione arriva anche la riabilitazione.

«I 120 anni del gruppo parlano per me. Non mi sono mai fermato. Ci sono le banche che fanno le cose più sporche di questo mondo e nessuno fa inchieste. La partita truccata a cui mi riferisco nel mio libro è anche questa».

Alla fine sulle accuse di mafia ha avuto ragione.

«Ho visto le carte che mi accusano. La realtà è che sono l’opposto di come vengo descritto. Come cittadino e imprenditore ho fatto il mio dovere. Le banche hanno chiuso conti, chiesto il fallimento. Non è facile ripartire. Ho passato cinque anni della mia vita a combattere. Hanno distrutto un’azienda. In questo Paese vanno avanti gli usurai, mentre le aziende sane vengono distrutte in questo modo».

Nel giorno dell’archiviazione non riesce proprio a sentirsi soddisfatto?

«Ho un rammarico. Avevo dato agli investigatori e agli inquirenti la mia disponibilità ad essere interrogato e ascoltato. Avrei dato la prova documentale e indiscutibile di come fossero assolutamente infondati anche gli iniziali sospetti. Con i miei esposti, il mio comportamento e le richieste di aiuto ai migliori servitori dello Stato ho sempre denunciato “la partita truccata” e come testimoni della mia condotta e dei miei valori ho sempre indicato investigatori e coraggiosi uomini delle istituzioni. Ringrazio i miei legali e chi mi è stato vicino. Il mio pensiero va a tutti gli imprenditori siciliani, onesti e corretti come me, schiacciati da accuse false, da abili manipolatori, da inchieste montate ad arte. Io ho avuto il coraggio di resistere, e di contrattaccare, anche per tutti loro».

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