Cave, litorali e autostrade battaglia sul filo delle parole per le ragioni delle imprese

REPUBBLICA FIRENZE Pagina: IV

Cave, litorali e autostrade battaglia sul filo delle parole per le ragioni delle imprese

del Piano del paesaggio adottato lo scorso luglio dal Consiglio regionale, allorasenzacrisidirigetto, in attesa del voto finale atteso adesso tra oggi e domani. Il maxi-emendamento del Pd apre le danze: dalla pura tutela, per mano del consigliere dem Ardelio Pellegrinotti, la lancetta si sposta verso le ragioni dell’impresa. Gli ambientalisti s’inalberano, il governatore Enrico Rossi trova una sintesi con il suo ‘lodo’. Ma non è finita. 11 Pd prova a spingersi oltre. E il governatore minaccia di tornare al testo originario per non incorrere nella bocciatura del ministero. Cosa cambia alla fine rispetto al testo in vigore?
Nelle direttive generali del Piano alcuneindicazionichenel testo Marson avevano un tono perentorio come «evitare» o «limitare» nel testo finale vengono trasformate nelle più edulcorate «contenere» o «armonizzare». Ma la vera battaglia del Piano è stata quella delle cave.
Una battaglia giocata sugli articoli 9 (la disciplina sopra i 1.200 metri), 10 (circoli glaciali), 11 (le aree contigue) e 19 (attività estrattive) e 20 (Apuane). Il testo adottato indicava di fatto la progressiva chiusura come direzione di marcia. Mentre alla fine, in base all’estenuante vertice di maggioranza di ieri, il testo seguirà fedelmente ii’lodo Rossi’, come richiesto con fermezza dal governatore: «Mai messo in dubbio», assicura Pellegrinotti. Quindi, sopra 11.200 metri non si possono fare nuove cave ed è prevista la piena tutela di vette e crinali di valenza paesaggistica. Si possono riaprire lecavedismesse autorizzate ‘recentemente ‘e dopo valutazione paesaggistica ma solo a certe condizioni (no nuove strade, no interferenze con i crinali). Sotto i 1.200, invece, sono ammessi il recupero delle cave dismesse e l’apertura di nuove cave dopo la presentazione di un piano attuativo dei bacini estrattivi e la valutazione paesaggistica della commissione creata ‘ad hoc’ dalla Regione. Dopo valutazione paesaggistica sono autorizzati ampliamenti volumetrici fino al30%. Oltre sipotrannofare dopo che saranno approvati i piani attuativi.
Dopo le cave, i litorali. La versione adottata a luglio, aveva come obiettivo quello di «limitare sugli arenili la realizzazione e l’ampliamento di strutture e manufatti legati al turismo balneare». Nella versione finale, dopol’azionedelPd, sparisce invece la parola «limitare» e si ribalta il concetto: «Per i manufatti legati al turismo balneare, privilegiando recupero e la riqualificazione di quelli esistenti», si dice. E poi: «Ferma restando la possibilità di realizzare adeguamenti e addizioni negli stabilimenti, compresi impianti sportivi scoperti». In sostanza, dove s’inibiva ogni nuova realizzazione, il testo attuale prevedechesullespiagge sipossano impiantare attività temporanea. Piscine comprese, a patto che siano rimovibili e non comportino «l’impermeabilizzazionepermanentedel suolo». Su una cosa però Pellegrinotti e il Pd tengono a fare chiarezza: «Mai detto di costruire sulle dune e sugli arenili». Anche se fino a 300 metri dal mare si consente agli alberghi l’ampliamento delle strutture esistenti e l’adeguamento alla vetustà degli edifici, purché previsto dagli strumenti urbanistici.
Terzo punto, le autostrade. Il divieto che c’è nel testo adottato a luglio non compare nella versione finale. E stato tolto di netto e, d’ora in poi, una volta approvato in via definitiva il Piano del paesaggio, si potranno costruire nuovi capannoni lungo le autostrade, entro una fascia di 150 metri. L’esigenza produttiva è stata considerata dominante rispetto alla copertura della visuale per chi viaggia in autostrada. Ammesse anche nuove centrali idroelettriche lungo i fiumi. Un altro divieto cancellato è quello riguardante i campeggi: adesso sono autorizzate la ristrutturazioni.
Senza dimenticare il capitolo dell’agricoltura, che già l’anno scorso aveva sollevato le proteste di viticoltori e vivaisti. Rispetto alla versione iniziale del Piano, anche qui per l’intervento del governatore Rossi, sono state allentate alcune maglieriguardanti la possibilità di rimodellare il profilo dei vigenti e di reimpiantare vigneti nei terreni oggi abbandonati e incolti.

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